Le coalizioni sono ancora immerse nelle trattative e non hanno presentato candidature. Mascaro e Lo Moro dividono i rispettivi schieramenti. I veleni sul caso Murone
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
La notizia trapelata ieri, al termine del Consiglio dei ministri, è che il primo turno delle amministrative potrebbe essere fissato per il prossimo 11 maggio e il secondo turno il 25. In Calabria andranno al voto 18 comuni. Tra questi, i più grandi sono proprio Lamezia Terme e Rende. Rinnovo dei Consigli comunali previsto anche a Cassano allo Jonio e Isola Capo Rizzuto.
Lamezia paralizzata
Nella città più importante di questa tornata elettorale – che si appresta ad eleggere un governo cittadino che la tiri fuori dal guado nel quale sembra impantanata - la situazione politica sia a destra che a sinistra è paralizzata. Lamezia Terme, con i suoi 70mila abitanti, un’estensione di oltre 160 chilometri quadrati tra il mare e la montagna e un comprensorio ampio e multiforme, non trova il nome di un candidato.
Candidature divisive
In due hanno manifestato forte desiderio di candidarsi: Paolo Mascaro e Doris Lo Moro. Uno è l’ex sindaco di centrodestra passato da una lista civica a Forza Italia, e l’altra è l’ex sindaco, ex assessore regionale ed ex parlamentare iscritta al Pd ma pronta a correre, a quanto pare, anche da sola.
Perché, in realtà, entrambe le proposte spaccano i rispettivi schieramenti. Ma mentre il centrodestra aspetta, senza mostrare troppe emozioni, la risposta del ministero dell’Interno sulla candidabilità di Mascaro – che, dopo la parentesi dello scioglimento del consiglio per infiltrazione mafiosa nel 2017, correrebbe per il terzo mandato – il centrosinistra si mostra apertamente più litigioso e diviso.
Il caso Murone e i veleni del centrosinistra
La tendenza che accomuna destra e sinistra è quella di cercare riferimenti all’interno della società civile e del mondo delle professioni.
Un esempio è quello dell’avvocato e professore universitario Mario Murone. Il suo nome è venuto allo scoperto a ottobre, quando è trapelata la notizia che Fratelli d’Italia avesse cercato un dialogo con lui.
In realtà su questa proposta si sono concentrati un po’ tutti, dal Pd a Forza Italia. L’avvocato, che sua sponte non si è mai proposto, ha aperto la porta del dialogo e del confronto. Ma il suo «parliamone» ha scatenato un putiferio. Soprattutto a sinistra.
Attacchi e impasse
Perché se la destra s’è mantenuta più cauta e prudente e attende di raggiungere l’unità della coalizione, nel centrosinistra si sono sbizzarriti con attacchi (anche personali) da parte di qualche vecchio esponente del Pd. Senza contare Sinistra Italiana che, senza avere neanche un suo un circolo a Lamezia Terme, si è lanciata, attraverso il suo rappresentante Fernando Pignataro, a parlare di «boutade della candidatura». Una candidatura che non c’è mai stata anche perché il dialogo è stato avvelenato sul nascere.
Intanto il telefono dell’avvocato, checché se ne dica, continua a squillare.
Chi prende le redini?
Il centrosinistra è paralizzato dall’assenza di un nome da parte del Pd. Erano state proposte le primarie ma niet, sono stati fatti i nomi di Rosario Piccioni e Lidia Vescio ma i vertici democrat cittadini hanno fatto finta di non sentire. Intanto, a 20 giorni dall’ultimo tavolo, in un periodo di indisponibilità giustificata del commissario cittadino Domenico Giampà, sarebbe forse il caso che il segretario regionale del Pd Nicola Irto prendesse in mano le redini della situazione.
Le liste non si fanno in un giorno e maggio è alle porte.