Il Pd sconfessa parte del Pd. Nel giorno in cui Doris Lo Moro, ex sindaco di Lamezia, prepara un incontro con la città – il titolo è “Una città dove vivere bene, Lamezia parla, ascoltiamola” – in un clima di quasi pre-campagna elettorale, arrivano due comunicati stampa.
Uno è un comunicato stampa congiunto firmato da Pd, Movimento Cinquestelle, Lamezia Bene Comune e Partito socialista italiano.
«Nei giorni scorsi si è svolta una riunione del tavolo delle forze politiche e dei movimenti del centrosinistra in vista delle prossime elezioni amministrative di Lamezia Terme. Durante l’incontro, tutte le componenti hanno confermato il proprio impegno a individuare, in tempi brevi, un candidato unitario alla carica di sindaco, attraverso un confronto serio e approfondito, fondato su una visione comune per il futuro della città».
Il non detto vale più del detto: non c’è nessun candidato. Una sorta di not in my name sul fatto al tavolo del centrosinistra di lunedì scorso sia venuto fuori il nome di Doris Lo Moro.

Nessuna candidatura

«Si sottolinea – prosegue la nota – che, al momento, non è stata avanzata alcuna candidatura ufficiale da parte di nessuna delle forze politiche coinvolte. Pertanto, ogni iniziativa politica che si collochi al di fuori di questo percorso condiviso, basato su valori e obiettivi comuni, deve essere considerata come espressione esclusivamente personale. L’obiettivo prioritario resta quello di costruire una proposta politica solida, partecipata e unitaria, capace di rispondere in modo concreto e puntuale ai reali bisogni della città».

A questa nota se ne aggiunge un’altra giunta a stretto giro di boa. Sono una ventina di tesserati del Pd di Lamezia che puntano il dito dritto contro il commissario cittadino del partito: «Domenico Giampà, segretario di federazione è stato incaricato di unire il Partito Democratico in una fase delicatissima, ha dimostrato in modo inequivocabile la sua totale inadeguatezza. A distanza di due mesi dal suo insediamento come commissario, le criticità che avrebbe dovuto risolvere non solo permangono, ma si sono addirittura acuite. La sua azione si è caratterizzata per forzature gravi e inaccettabili. Emblematico è il caso della proposta di candidatura di Doris Lo Moro, che era stata già oggetto di divisione irreversibile, riproposta dal commissario al tavolo del centrosinistra senza alcun coinvolgimento della base del partito o dell’assemblea degli iscritti, forse confuso da qualche organo di informazione. Una scelta che ignora deliberatamente la necessità di costruire consenso, ascoltare la base e favorire la partecipazione. Questo approccio non solo è miope e sconsiderato, ma rappresenta un grave esempio di autoreferenzialità politica». Un altro not in my name riguardo alla proposta di Doris Lo Moro come candidata e un nuovo atto di volontà di superamento.

«L’incontro di Lo Moro è una sua personale iniziativa»

E per quanto riguarda l’incontro di Lo Moro con la città, il gruppo mette in chiaro che si tratta di un’iniziativa personale e non di partito: «Ognuno è libero di parlare alla città nel modo che ritiene più opportuno, ma sia chiaro che non è espressione di nessun mandato politico. A rendere ancor più grave la situazione è il rifiuto deliberato di considerare le candidature alternative, avanzate durante un incontro ufficiale, di Lidia Vescio e Rosario Piccioni. Entrambe rappresentavano una legittima opportunità di rinnovamento, espressione di un possibile ricambio generazionale e di vitalità interna al partito. Giampà, però, ha scelto di non presentare queste proposte alle forze politiche alleate, limitandosi a promuovere unicamente la candidatura di Doris Lo Moro, ritenuta a lui più gradita. Questo comportamento è incompatibile con la postura di terzietà e neutralità che un commissario dovrebbe mantenere in una fase così delicata. Così facendo si va incontro ad una sicura cristi del campo progressista, di cui deve assumersi la responsabilità chi pervicacemente sostiene questa linea. Forse è il caso che il Commissario rifletta sulla sua capacità di svolgere questo ruolo».

«Si riconvochi il tavolo»

«La segreteria regionale e nazionale, si assumano la responsabilità di dirigere questa delicata fase del Partito Democratico di Lamezia. La candidatura al di fuori di ogni accordo di coalizione, è un segnale di personalismi che distrugge un cammino di costruzione progressista per il futuro della cittàdi Lamezia Terme. Questa gestione non fa che alimentare malcontento interno, rafforzare divisioni e incrementare la sfiducia di militanti ed elettori. Proseguire su questa strada significa condannare il Partito Democratico a una crisi irreversibile, nonché al rischio concreto di una sconfitta politica definitiva. Si riconvochi urgentemente il tavolo del centrosinistra per continuare un lavoro unitario, per addivenire in tempi brevi ad una sintesi progettuale e di proposta di candidatura», conclude il comunicato firmato da Fernando Miletta, Vittorio Paola, Lidia Vescio, Giovanni Gallo, Francesco Carito, Marco Vescio, Domenico Taverna, Stefano Capriglia, Elvira Falvo, Alessio Vescio , Caterina Mastroianni, Raffaele De Fazio, Demetrio De Benedetto, Nicola Palazzo, Serena Valeria Viviano, Giovanna Ruberto, Giandomenico Crapis, Giuseppina Mastroianni, Riccardo Piacente, Tommaso Alessio, Vincenzo Laganà, Giuseppe Saffioti, Vittoria Notaris, Maurizio Turco.