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Sfida conclusiva sulla breve distanza per il leader del movimento civico Cambiavento, Nicola Fiorita, e per il candidato a sindaco della coalizione di centrosinistra Vincenzo Ciconte. Il consigliere regionale non ha infatti voluto lasciare margini di manovra al professore universitario organizzando la chiusura della campagna elettorale a pochi passi dal luogo dove il competitor aveva già fissato l’appuntamento conclusivo con i suoi elettori. Entrambi nel quartiere marinaro: Vincenzo Ciconte in piazza Dogana, Nicola Fiorita in piazza Pola; solo una manciata di passi a dividere i due comizi. E sebbene il tentativo del primo fosse una chiara esibizione muscolare, l’operazione non può certo dirsi essere riuscita alla perfezione dal momento che la forza del candidato non è sembrata essere così trascinante da attrarre in piazza folle oceaniche. Più modeste le ambizioni del secondo che scegliendo una location di dimensioni misurate non ha sfigurato.
Quali ministri? Come in un botta e risposta a distanza i due competitor da una piazza all’altra non si sono certi risparmiati in punzecchiature e bordate reciproche. Nicola Fiorita ha colto al volo l’assist del forfait rifilato dal sottosegretario Davide Faraone al candidato del centrosinistra Vincenzo Ciconte per dipingerlo come un uomo lasciato solo dal suo stesso partito: “Ha annunciato l’arrivo di ministri e sottosegretari ma alla fine non è venuto nessuno – ha rimproverato il professore universitario -. Nessun leader nazionale è venuto a Catanzaro, Ciconte aveva promesso una città più forte mentre per ora ha ottenuto l’unico risultato di isolarci dal resto d’Italia”. Dall’altra piazza pronta la risposta del diretto interessato: “Oggi qualcuno ci dice che non sono venuti i ministri a supporto della nostra campagna elettorale, ma chi li ha chiamati i ministri? Noi li chiameremo quando serviranno e saremo intransigenti perché prima di tutto viene Catanzaro”.
Voto disgiunto. Con la consapevolezza di toccare un nervo scoperto il leader di Cambiavento ha suonato poi il tasto del voto disgiunto sulla scorta anche di quanto lo stesso Ciconte aveva dichiarato nel corso della convention all’auditorium Casalinuovo. “Nell’altra coalizione ci sono persone che chiedono il voto per sé stessi, nella nostra c’è chi li chiede per me” ha rimarcato Nicola Fiorita chiudendo poi il comizio con una lode al sistema elettorale che prevede la possibilità di esprimere preferenze per candidati consiglieri e candidati a sindaco appartenenti anche a coalizioni differenti. “Conosco persone – ha punzecchiato il professore - che oggi sono nella piazza affianco e che da sempre si erano detti favorevoli al voto disgiunto ma che negli ultimi giorni hanno demonizzato questo sistema. Non è questo argomento su cui ci si può esprimere a convenienza, io credo invece che apra ampi margini di libertà”. Dall’altra piazza il diretto competitor intanto rispondeva: “Questa è una campagna elettorale che si è tentato di avvelenare in ogni modo – ha chiarito immediatamente Ciconte – perché siamo lì lì per arrivare al traguardo. Io capisco tutti però vorrei dare un consiglio a Fiorita anche per via del fatto che ho qualche anno e un po' di esperienza in più. Il voto disgiunto non lo si deve chiedere perché il sindaco il voto lo deve chiedere prima per la coalizione e poi per sé stesso. Noi non abbiamo timore di nessun voto disgiunto”.
Cinquestelle. Si è tenuta lontano dalla mischia invece la candidata del Movimento cinque stelle, Bianca Laura Granato, che assieme agli aspiranti consiglieri ha deciso di chiudere la campagna elettorale inscenando un flash mob itinerante per la città con tappa conclusiva dinnanzi a Palazzo De Nobili. I candidati hanno portato a spasso per le strade cittadine una scritta “liberiamo Catanzaro” per sensibilizzare i cittadini sulla pratica del voto clientelare e sul voto di scambio. L’ultima tappa organizzata sotto la sede del palazzo comunale voleva rappresentare un tacito patto con la cittadinanza: “Questa è l’ultima volta che i cittadini rimarranno fuori dai palazzi del potere” ha chiarito la candidata pentastellata.
Luana Costa