Oltre al danno, la beffa. Si infrangono contro Trenitalia-Rfi i sogni di una mobilità moderna per la Sibaritide, l’area del Pollino. La soppressione della tratta Praia-Tarsia, di fatto cancella per sempre dalla cartina geografica dell’alta velocità tutto il nord-est calabrese. Ovvero quello più produttivo e con maggiori potenzialità inespresse proprio per colpa di quelle carenze infrastrutturali che da sempre penalizzano un territorio in cui vivono oltre 300mila calabresi.
Nei giorni scorsi i sindaci sibariti, quelli dell’area di Cosenza e delle valli del Crati si sono riuniti per sottoscrivere un documento con cui chiedono un incontro al governo ed alla Regione Calabria con lo scopo di ritornare sui passi della Praia-Tarsia, l’unica tratta che consentirebbe “una via e più servizi”, poiché fungerebbe da anello di congiunzione tra Tirreno, Ionio e aree interne, attraverso un unico percorso.

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Papasso: «La cancellazione della Praia-Tarsia è un delitto contro il nord-est calabrese»

Quanto emerso dal dibattito pubblico avviato sull’Alto Tirreno nelle settimane scorse, quindi la cancellazione della Praia-Tarsia a beneficio della sola costa tirrenica calabrese, per Gianni Papasso ha dell’«inverosimile».
Il sindaco di Cassano allo Ionio, 18mila abitanti, non le manda a dire. «La decisione di tagliare fuori l’area della Sibaritide e del Pollino – dichiara a LaC News24 – è un delitto contro questo comprensorio e noi non lo possiamo consentire. Ci vogliono obbligare a dover fruire dell’alta velocità – quella vera – solo attraverso la dorsale tirrenica per quello che è un’immane sperpero di risorse pubbliche, visti i costi, attraverso il raddoppio della galleria Santomarco, quando e se si farà. Di fatto ci tagliano fuori».
Nel deliberato approvato dai sindaci ed elaborato da un comitato misto scientifico-politico (di cui fanno parte i docenti Demetrio Festa, Roberto Musmanno, Luigi Martirano, il già direttore generale delle Ferrovie della Calabria Giuseppe Lo Feudo ed i sindaci Franz Caruso, Domenico Lo Polito, Flavio Stasi, Virginia Mariotti, Pino Capalbo e Gianni Papasso), gli amministratori evidenziano come le «scelte e le modalità di tale percorso sono state immotivatamente cancellate dai vertici di RFI in sede di "dibattito pubblico" per il lotto Romagnano-Praia. In quella sede, non soltanto è stata proposta l'ipotesi di variazione del percorso lungo la dorsale tirrenica, senza alcun supporto tecnico-scientifico, ma si è presentato un quadro finanziario che, in maniera assai sorprendente, stravolge le scelte effettuate dalla stessa RFI. Si presenta, così, un quadro finanziario che prevede un aumento vertiginoso dei costi già programmati. Tutto ciò, senza credibili e fondate giustificazioni».
Le preoccupazioni dei sindaci si baserebbero anche sulle dichiarazione del coordinatore del dibattito pubblico Roberto Zucchetti, nella cui relazione conclusiva sulla Romagnano-Praia riferisce di mancata collaborazione delle comunità locali ma soprattutto di pressione delle lobby.

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Niente “raddoppio” per la Sibaritide

Papasso, intravedendo i problemi, nei mesi scorsi aveva scritto a Trenitalia ed Rfi, per chiedere che le due coppie di convogli Frecciarossa in viaggio tra Taranto e Milano, proseguissero il loro viaggio fino a Sibari. «Proprio l’altro giorno mi hanno risposto in modo negativo. No, non c’è al momento – secondo le due aziende – alcuna possibilità che le Frecce che raggiungono Taranti possano allungare il loro viaggio di appena 100 chilometri».
Insomma, per la Sibaritide ed il Pollino non resta che rimanere “saldamente” aggrappati all’ormai insufficiente Frecciarossa Sibari-Bolzano.

Stasi: «Via Tarsia solo 7 minuti in più fino a Reggio».

Anche il sindaco di Corigliano Rossano ha scritto a Matteo Salvini sottolineando come «all'arrivo nella stazione di Reggio Calabria il tracciato di Tarsia pagherebbe circa 7 minuti in più».
«La Valle del Crati, tra i due poli urbani di Corigliano-Rossano e Cosenza, il Pollino, lo Ionio e le zone interne – evidenzia il sindaco di Corigliano Rossano – ospita circa un terzo della popolazione calabrese. Queste popolazioni, rispetto al tracciato tirrenico, impiegherebbero per raggiungere la stazione di Paola qualcosa come un'ora e mezza in più, di media. Se – quindi – l'obiettivo è quello di poter raggiungere un nodo principale, come Roma, e rientrare in giornata, è evidente che questo obiettivo risulterebbe miseramente fallito, in quanto alle tre ore canoniche di viaggio ferroviario, circa 600 mila persone dovrebbero aggiungerne altre tre per raggiungere la stazione. Dire che la Calabria sarebbe collegata in tre ore rappresenterebbe quindi un dato esclusivamente di facciata, salvo se si vuole considerare un terzo della popolazione come quota marginale, e credo sia difficile da sostenere».

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Stasi rimarca quindi che la stazione di Tarsia sarebbe baricentrica e facilmente raggiungibile sia dallo Ionio che dal Tirreno, dal Pollino, dalla Valle dell’Esaro e dalle città, «tutto questo senza penalizzare la fascia tirrenica cosentina che già ha delle corse veloci che collegano Paola a Roma ed oltre, e che resterebbe comunque collegata all'Alta Velocità a nord ed a sud della provincia». 
Nel plaudire all’iniziativa dei sindaci, il primo cittadino ionico conclude riferendo di aver chiesto al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti un «confronto istituzionale su questo tema, scevro da condizionamenti politici e ragionamenti campanilisti».
«Nella medesima lettera ho ribadito, a margine della questione Alta Velocità, quanto ho già espresso in altre occasioni anche alle altre istituzioni extra-comunali, ovvero l'esigenza di potenziare e realizzare i lavori necessari per consentire l'arrivo dei treni “freccia” anche nelle stazioni di Corigliano Rossano, principale bacino di utenza, trattandosi di lavori per nulla complicati ed in parte già finanziati. Sono fiducioso – chiosa Flavio Stasi – che il Ministro possa prendere in carico la questione ed aprire finalmente un confronto istituzionale che, sono certo, garantirà le soluzioni più efficienti e funzionali per tutti».