E’ corto circuito tra giunta e Consiglio, tra il governatore e gli eletti del suo partito. La riunione drammatica del gruppo consiliare di ieri pomeriggio ha segnato, con tutta probabilità, un punto di non ritorno per i già fragili equilibri democrat.
Era inevitabile del resto che si arrivasse alla resa dei conti dopo lo tsunami di “Rimborsopoli”. La scelta di Mario Oliverio e del segretario regionale Ernesto Magorno, benedetta dai colonnelli romani, ha individuato come possibile via d’uscita la nomina di una giunta di tecnici. Con buona pace di Guccione e Ciconte defenestrati nonostante le loro posizioni nell’inchiesta portata avanti dalla Procura di Reggio Calabria fossero marginali. Ma anche con buona pace degli altri consiglieri, aspiranti assessori, che aspettavano l’ingresso in giunta dopo la riforma dello Statuto e che, invece, sono stati messi da parte per i tecnici, senza tenere in considerazione alcuna la messe di voti portata a Mario Oliverio per la roboante vittoria alle regionali dello scorso mese di novembre.
Ieri, per la prima volta, la situazione è sfuggita di mano. A dimostrazione che le ultime parate istituzionali, alla presenza dei big romani Lorenzo Guerini e Luca Lotti, non sono state altro che l’esibizione di un’unità di facciata che, invece, all’atto pratico è immediatamente evaporata.
Il capogruppo Sebi Romeo, oliveriano di ferro, ha avuto molte difficoltà a gestire il dibattito. Il coro di dissenso è stato unanime. Da Aieta a Ciconte, passando per Mimmetto Battaglia, Guccione, Bevacqua e Irto. Tutti hanno sottolineato, con diversi accenti, la mancanza di confronto con i consiglieri sia del governatore che del segretario Magorno. Tanto che è stato chiesto a Sebi Romeo di organizzare, al più presto, un nuovo vertice alla presenza del presidente della giunta e del segretario del partito per poter fare il punto della situazione.
Tra le rivendicazioni dei consiglieri quella di apporre un termine all’esperienza dei tecnici in giunta. Per il gruppo democrat di palazzo Campanella la soluzione di un esecutivo composto da soli esterni non può che essere considerata come un modo per aggirare l’emergenza. Il gruppo, insomma, vuole che la seconda giunta Oliverio abbia un termine e che poi la politica torni ad occupare gli spazi che le competono.
Altra richiesta, che ha visto tutti unanimi, è stata quella di chiedere ad Oliverio ed al suo esecutivo di non procedere alle nomine dei dirigenti delle Aziende ospedaliere. Anche sul punto è stato invocato un confronto, così come è stato ribadito un invito alla prudenza per evitare strappi con il governo nazionale ed esporsi a nuove gaffe. Il provvedimento di inibizione emesso nei confronti del presidente della giunta Mario Oliverio dall’Autorità nazionale anticorruzione presieduta da Cantone non andrebbe preso sotto gamba, secondo i consiglieri.
Ma la richiesta di maggiore collegialità sarà girata anche al segretario Magorno, reo di non aver completato ancora la segreteria regionale e di aver ridotto al lumicino le occasione di confronto interno.
Il capogruppo Romeo, che adesso vede indebolita la propria posizione dopo la riunione fiume di ieri, ha provato a tirare le fila della discussione, ma non si è andati oltre l’impegno ad organizzare una prossima riunione, a stretto giro di boa, alla quale prendano parte anche Oliverio e Magorno. Un incontro al quale sarà affidato il delicatissimo compito di provare a ricucire uno strappo istituzionale e politico che potrebbe condizionare in maniera assai pesante la prosecuzione della legislatura.

Riccardo Tripepi