Il consigliere regionale denuncia il silenzio su un provvedimento ministeriale che avvantaggia le regioni del Centro Nord favorendo i territori in cui i servizi già funzionano bene e penalizzando il Sud
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«Sta facendo certamente molto clamore nella nostra regione la vicenda Baker Hughes. Inizialmente l’investimento della multinazionale doveva aggirarsi intorno ai 60 milioni di euro per un impatto occupazionale di circa 200 nuovi posti di lavoro. Certamente una questione importante, che in caso di risoluzione positiva avrebbe dato un nuovo slancio economico all’interno del territorio individuato per il nuovo sito industriale. Oggi si parla di un investimento minore, in un’altra area della Calabria. Una vicenda diventata anche oggetto di scontro politico e, come succede spesso in questi casi, anche di propaganda politica». È quanto afferma, in una nota, il consigliere regionale del Pd Ernesto Alecci.
Che continua: «Ma se la vicenda Baker Hughes ha ottenuto una grande rilevanza mediatica, a mio avviso sta passando tristemente sotto silenzio la questione del potenziamento dei servizi sociali comunali. Un colpevole silenzio della politica nazionale e regionale che ho più volte evidenziato anche attraverso passaggi formali. È assurdo perdere l’occasione di assumere in Calabria centinaia e centinaia di nuovi assistenti sociali a tempo indeterminato, che verrebbero interamente finanziati attraverso fondi statali. Il provvedimento ministeriale, oggi, fornisce questa opportunità solamente a quegli Ambiti sociali delle Regioni del centro nord favorendo i territori in cui i servizi sociali già funzionano bene e penalizzando quasi interamente le regioni del Sud Italia».
«Riuscire ad intervenire e modificare quel provvedimento – afferma Alecci – avrebbe un duplice vantaggio. Da un lato aumenterebbe notevolmente il numero degli assistenti sociali nei nostri comuni, migliorando la qualità dei servizi. Dall’altro fornirebbe una stabilità economica a centinaia di famiglie calabresi, attraverso contratti statali a tempo indeterminato. Posti di lavoro certi, sicuri, che non dipenderebbero più dalla rimuneratività o dalla convenienza di un investimento privato. Da anni porto avanti questa istanza in tutte le sedi deputate, ho recentemente presentato in Consiglio regionale anche una mozione che spero venga accolta all’unanimità. Non ho intenzione di fermarmi finché il Governo nazionale non concederà l’ampliamento della possibilità di utilizzare i fondi anche a quei territori che, allo stato attuale, non rispettano i parametri previsti dal provvedimento».