Se in amore vince chi fugge (tesi peraltro ancora da verificare totalmente...), in guerra – o politica che dir si voglia - vince il più forte, in barba alle pie illusioni di dialogo rispettoso e democrazia illuminata. E poi ci sono i cosiddetti “sfrattati”, ovvero i personaggi che in questo momento appaiono a rischio sgombero. Una puntata, quella di ieri di Perfidia, equamente divisa fra drammatiche tensioni internazionali e miserie e nobiltà della sempre più macchiettistica italietta. Il talk senza censure ad alto tasso di polemica, condotto come di consueto da una sfavillante Antonella Grippo, anche stavolta non risparmia schegge impazzite di politicamente scorretto e parole forti, a destra e a manca.

Guarda la puntata su LaC Play

Ma vediamo chi sono gli “sfrattati” e chi li vorrebbe fuori di casa: basta seguire la puntata per rendersene conto. La lista è lunga e variegata, partendo da Volodymir Zelensky, letteralmente defenestrato dallo studio ovale... salvo poi fare strategica ammenda per esservi riammesso. D'altronde è risaluto – e durante la trasmissione viene opportunamente ricordato - che “i patti si fanno con il diavolo, non con le monache benedettine”: ai telespettatori il compito di dare un nome preciso ai personaggi in questione. Sia per quanto riguarda il cattivone per eccellenza Belzebù che per le devote monachelle, apparentemente senza colpa e senza peccato alcuno.

I commenti degli ospiti, sia in studio che da remoto, non fanno sconti, in un “piatto ricco” che farebbe gola ad ogni giocatore di poker: il generale Vincenzo Camporini, il politologo Gianfranco Pasquino, Francesco Maria Del Vigo (del quotidiano Il Giornale), una brillante e preparata Anna Laura Orrico (Movimento 5 Stelle), Jasmine Cristallo (PD), il “nostalgico” Sergio Strazzulli (Fratelli d’Italia), Antonello Caporale (del Fatto Quotidiano) e l'editorialista Augusto Bassi, dall'eloquio forbito e dalle idee tranchant.

Fra minacciosi venti di guerra che incombono sullo scacchiere mondiale, loro un tetto sulla testa ce l'hanno ancora... anche se va ricordato il sempre valido motto bondiano del “mai dire mai”: in questo mondo capovolto siamo tutti a rischio… Guardando all'Italia, Matteo Salvini risulta essere sempre più una presenza ingombrante all'interno della Lega. Anche Forza Italia non è immune agli avvisi di sgombero, come pure il Partito Democratico, dove la segretaria Elly Schlein vede in Giuseppe Conte un volitivo inquilino che non molla, anche se lui giura e spergiura - col personale consueto, elegante snobismo - di avere altri obiettivi. I motivi sono vari ma, a conti fatti, l'obiettivo è sempre lo stesso: far fare a qualcuno i bagagli e spedirlo chissà dove. D'altro canto si tratta del trend più in voga del momento, dove svariati leader europei stentano a trovar posto in una casa comune. In studio si discute, anche animosamente, ma poi tutto finisce a tarallucci e vino, con una punta di disappunto sia per celiaci che alcolisti anonimi.

In conclusione, sappiamo tutti che il 99% delle azioni umane, buone o cattive, si fanno per pagare un mutuo. Forse il mondo sarebbe migliore se tutti fossimo in affitto... sempre però con lo spauracchio dello sfratto. Da noi la politica è una vera e propria soap opera, con colpi di scena a ogni episodio. Ora, molti politici rischiano lo "sfratto" dai loro partiti, ma non per ragioni nobili come l'amore per la patria. No... il motivo principale sembra essere la scarsa "conformità" agli standard. C'è chi ha perso la rotta e non sa più da che parte andare, come un navigatore impazzito, chi ha dimenticato le promesse fatte per strada, come se il programma fosse un menù al ristorante e chi, peggio mi sento, non si è nemmeno presentato alla cena. Insomma, sembra che l'unico a non rischiare di essere messo alla porta sia il vecchio "mandato". Eppure, il nostro è un popolo che ha sempre avuto un certo affetto per le tradizioni, come quella di cambiare partito ogni volta che il vento cambia direzione. Ma chissà, forse il vero "sfratto" arriverà quando alcuni politici si accorgeranno che, alla fine, sono loro stessi ad essere stati sfrattati dalla realtà.