«È opinione diffusa che il nostro sia un tempo post-ideologico. In realtà per le categorie di destra e sinistra che suscitavano suggestioni collettive tra le classi popolari, ora è cambiato un po' tutto. Siamo davvero condannati al trasformismo o in qualche misura le appartenenze e le bandiere non saranno del tutto ammainate?»

È questo l'interrogativo che domina la trentunesima puntata di Perfidia, dal titolo "Neri per caso". Così Antonella Grippo entra subito nel vivo della puntata, arricchita da tanti spunti che la politica, e non solo, ha fornito in questa ultima settimana.

A discuterne con lei il giornalista e scrittore Luigi Bisignani e il direttore dell'Avanti della Domenica Giada Fazzalari, assieme agli esponenti politici Domenico Furgiuele (Lega), Ginevra Bompiani (Pace Terra Dignità), Luigi Tassone (Pd) e Cateno De Luca (Libertà).

Identità smarrite?

Dalle elezioni europee al conflitto israelo palestinese, sono state diverse le tematiche che hanno diviso lo studio che, nel corso della serata, ha sostanzialmente “rimandato” gli indirizzi dati dal Governo alla riforma della giustizia e, quando il discorso è scivolato sulla questione calda delle concessioni balneari, l’iniziativa di Roberto Occhiuto che ha dato il via libera alle “proroghe tecniche” per i comuni.

D’altra parte nello scontro, animato negli ultimi giorni dal botta e risposta tra Occhiuto e Salvini, Furgiuele difende la posizione del ministro alle Infrastrutture ribadendo come «una iniziativa che non può avere nessun risvolto» è solo una illusione, trovando d’accordo anche Tassone che parla di «ennesima bufala» del presidente della Regione.

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Il tema delle identità smarrite è però rimasto il filo conduttore di una puntata frizzante come al solito, anche per le provocazioni della giornalista di Sapri.

Per Giada Fazzalari, tra le forze di governo in realtà è in atto una gara per chi è più a destra, dimostrando di non rinunciare a esporsi anche in maniera radicale. Una considerazione che la stessa accosta a due episodi emblematici: lo spot elettorale di Vannacci che fa il segno della “X” rivolgendosi ai suoi elettori e dicendo: “Fate una decima e votate Vannacci”; e la premier Meloni che afferma “la nostra storia è quella della fiamma, non intendiamo abolirla dal simbolo”.

Furgiuele – in libreria con il suo “Il militante ignoto” – ha sostenuto che Vannacci non si riferisse alla “X Mas”, sottolineando che «non basta avere il simbolo per avere una ideologia o appartenenza». Tassone invece promuove la sua parte politica considerando il Pd «l’unico partito che mantiene la sua identità, con strutture circoli e correnti di pensiero» annessi.

La profezia di Bisignani: elezioni anticipate

Dopo aver offerto ai telespettatori un Vannacci e un Salvini d’annata, quest’ultimo sull’inginocchiatoio di sua santità el Diablo, lo studio sentenzia che sono state diverse le “bugiedel leader della Lega, nella confessione laica strappatagli dalla Grippo.

Ma in realtà il clou della serata doveva ancora arrivare e si presenta nello studio laico di Perfidia sotto forma di una sorta di profezia. A darla in pasto ai telespettatori è Luigi Bisignani – in libreria con “I potenti al tempo di Giorgia” – considerato da Silvio Berlusconi uno degli uomini più potenti d’Italia che “sussurrava ai politici”.

Proprio il giornalista si dice convinto che la premier ha commesso lo stesso errore di Matteo Renzi, chiudendosi in sé stessa con il suo cerchio magico: «Io penso che Giorgia Meloni che avrà un bel successo alle prossime elezioni spariglierà le carte ed andrà alle elezioni anticipate per poi stravincere, perché questo governo alla lunga non può reggere».

Rispetto al filone delle riforme costituzionali, Bisignani con un atteggiamento attendista spera che possano andare avanti in aula, ma non esclude il ricorso al doppio referendum per premierato e riforma della giustizia: «Non sono certo una passeggiata e per questo penso che Giorgia Meloni se farà un buon risultato ci penserà, anche perché ci sarà da fare una finanziaria terribile e il ministro dell’economia Giorgetti, molto nervoso di questi tempi, minaccia di lasciare».

Cateno senza catene: «Io sono libero»

C’è spazio anche per una incursione del solito dissacrante sindaco di Taormina. «Sono Cateno De Luca e sono libero, non ho vizi capitali e sono un francescano tutto d’un pezzo», dice sorridendo il leader di Sud chiama Nord, che guarda all’Europa con “Libertà” e (ri)lancia la sfida per governare la Sicilia: «Li farò fuori tutti», dice, ammettendo che «ogni campagna elettorale è il festival delle minch…».

Una dichiarazione in pieno stile De Luca che a proposito dello scontro tra l’omonimo presidente della Campania e la Meloni ricorda che «Beppe Grillo ha aperto la fase della comunicazione politica coi vaffa e tutti gli sono andati appresso, e si sta continuando in una degenerazione complessiva».
Rivedi la puntata su LaC Play.