La solita scoppiettante puntata di Perfidia con Antonella Grippo a stuzzicare i propri ospiti e a spingere sull’inginocchiatoio il neo europarlamentare Pasquale Tridico e il nuovo “sindaco di Calabria” Flavio Stasi. Il primo ha tenuto alta, per quanto possibile, la bandiera del Movimento 5 Stelle alle ultime Europee, il secondo ha sbancato nella sua Corigliano Rossano. Una vittoria bulgara su Pasqualina Straface che lo pone in automatico quale antagonista di Roberto Occhiuto alle future Regionali. Ma di questo si parlerà (e tanto) più avanti.

Il titolo della puntata è “I fuochisti di Totò”, dedicato ai temi più caldi dell’attualità politica: Autonomia differenziata (che ormai è legge) e Riforma del Premierato (licenziata dal Senato della Repubblica). Altri ospiti in collegamento Angelo Bonelli (Avs) e Domenico Furgiuele (Lega), mentre ha dato forfait a causa di un imprevisto il coordinatore della provincia di Cosenza per Fratelli d’Italia Angelo Brutto.

Incursori, X Flottiglia Mas e incompatibilità con la democrazia

L’esponente lametino del Carroccio si dice stupito della posizione di Occhiuto dopo l’approvazione del ddl Calderoli. «Lo abbiamo sostenuto nel 2021, ma noi siamo la Lega e abbiamo una classe parlamentare autonoma e sei consiglieri regionali. Non capiamo queste recenti uscite mediatiche dopo che sono stati presi degli impegni precisi. A livello nazionale FI li ha rispettati, pezzettini di centrodestra locali evidentemente no».

Perfidia mette il dito nella piaga e piazza un paio di volte in mezzo al discorso il nome di Julio Valerio Borghese, il principe nero. Il riferimento alla X Mas e al gesto del parlamentare della Lega è evidente. «Lunedì finisce la sanzione comminatami, ritengo sia spropositata - ribatte -. Il mio gesto? Era in risposta a Bella Ciao, una canzone comunista intonata in aula, che non rappresenta me e metà del popolo italiano. Se vogliamo parlare della X Mas, dico che è una formazione di incursori storica che ha ricevuto la medaglia d’oro al valore militare. Magari averne di uomini come quelli. Il mio era un gesto di dissenso e sono stato espulso».  Stasi risponde laconicamente: «La X Mas faceva i rastrellamenti di civili e non certo festini e tu, caro Domenico, sei stato allontanato dalla Camera perché evidentemente quel gesto non è compatibile con i valori della Repubblica Democratica Italiana e con i valori del Parlamento».

Tridico, Bonelli e quel profumo di sinistra

Antonella Grippo approfitta della presenza di Tridico, giunto direttamente da Bruxelles, per affrontare un tema caro ai grillini. Chiede se possa essere ancora valido il principio secondo cui “uno vale uno”. L’europarlamentare fa sue le parole di Conte e para il colpo. «Tutti hanno diritto a dare un contributo, ma i percorsi personali si costruiscono in base alle competenze» dice. Il boom di preferenze non è passato inosservato alle recenti elezioni, specialmente in Calabria. «Ho attratto un elettorato di sinistra e sono contento che il mio competitor sia stato Mimmo Lucano. Questo perché vedere gente che raccoglieva voti in Calabria per conto della Lega è stato vergognoso alla luce del semaforo verde dato all’Autonomia differenziata. È un tradimento vero e proprio verso il sud».

Musica per le parole di Angelo Bonelli, fresco del successo con Alleanza Verdi Sinistra. «Considero il M5S degli alleati - dice spianando il campo ad un cartello giallorossoverde -. Con Sinistra Italiana abbiamo costruito un percorso e con Fratoianni abbiamo trovato dei punti di sintesi sul programma, come quelli sull’ambiente e sulla Palestina. Il paese ha bisogno di parole chiare e vuole giustizia sociale, da raggiungere anche tramite una patrimoniale. La destra ha celebrato un mercimonio tra FdI e Lega con lo scambio premierato-autonomia differenziata. Meloni rappresenta una destra camuffata, una destra pericolosa che non ha rispetto per chi ha fatto la Liberazione. Ma se prima era una destra sociale, ora fa gli interessi dell’élite. Ecco perché deve stare fuori dalla maggioranza europea e ci impegneremo a fondo affinché ne resti ai margini».

L’inginocchiatoio e il Diablo che non perdona

«Ho ammazzato politicamente - ammette Falvio Stasi sull'inginocchiatoio della confessione all'iperbole della domanda "hai mai ucciso?" -. È una metafora per dire che a volte si vince e a volte si perde. Se il mio è stato un voto di opinione? Sì, ma non mi sono mangiato il Pd perché ha vinto insieme a me. Pasqualina Straface non è una vittima, ha solo fatto una scelta sbagliata. Sull’Autonomia differenziata c’è tutto un mondo di centrodestra che si sta muovendo, come testimonia la manifestazione indetta da Rosaria Succurro. Ma lo fanno per differenziarsi e non perdere consenso alle nostre latitudini, dato che questa legge è contro il Sud». Il Diablo gli dà del bugiardo, mentre rimanda alla prossima volta Tridico che ha espresso il desiderio di «voler costruire qualcosa di migliore per il contesto politico del territorio in cui vive».

La trasmissione scivola via parlando del calo di appeal della classe dirigente politica. Per l’esponente del M5S «bisogna inseguire i giovani su ciò che hanno maggiormente a cuore oggi: guerra e ambiente». Per Stasi «sono i contenuti e le prospettive che diamo ai cittadini la base dei nostri successi elettorali». E sulla candidatura alla Regione ribadisce che pensa solo a fare il sindaco di Corigliano Rossano. Oggi è sicuramente così. Tra due anni, chissà. E in sottofondo parte “Pedro” di Raffaella Carrà, quasi a dire “altro che ragazzino…”.
L'intera puntata si può rivedere su LaC Play.