“Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me”
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Agire secondo Giustizia è esigenza fondamentale dell’Etica.
La giustizia, fondata sul rispetto, è perciò un abito spirituale, un’impronta che si porta dentro e pervade tutte le nostre azioni, una virtù proteiforme fatta di rettitudine interiore, di onestà nella scelta dei fini, dei mezzi e delle azioni, nutrita costantemente dalla ferma volontà di non nuocere a nessuno, riconoscendo e promuovendo i diritti di tutti, in particolare dei più deboli.
Sin dall’incontro tra mito e realtà è stato possibile indagare le questioni e i dilemmi che riaffiorano continuamente nella nostra società, come il tema del rapporto fra morale e politica.
Tema antico ma sempre di grande attualità, perché ancora privo di una soluzione definitiva.
Il contrasto che contrappose Antigone e Creonte ci ha insegnato che la politica segue un codice di regole e un sistema normativo differenti e, in parte, incompatibili con il codice e il sistema normativo della morale. Antigone, ovvero il contrasto tra ragion di stato e coscienza individuale, tra legge morale e legge positiva. Edipo, ovvero la tensione tra verità storico-oggettiva e verità soggettiva, tra giustizia e amministrazione della stessa, tra colpa, errore e responsabilità. Creonte, ovvero il contrasto tra la legge e la sua opposizione. Qualsiasi legge ha un limite perché, per quanto possa regolare e facilitare la vita politica, è di ostacolo spesso ai singoli individui che non sempre possono agire liberamente secondo i propri desideri. Va specificato però che se l'individuo ha scelto di vivere nella società in cui si trova, regolata da un certo tipo di leggi, dovrebbe essere disposto a rispettarle anche a costo di limitare la propria libertà. Tuttavia, la legge non ha il diritto di entrare nei campi della vita umana che riguardano più strettamente la morale.
In una società come la nostra, di fatto, cosmopolita, multietnica e multireligiosa, la domanda è di profonda importanza: ogni religione, ogni popolo, ha una propria legge morale, che spesso diverge dalle leggi morali di altre culture. Quale sostrato comune proporre, dunque, affinché la società civile possa condividere le norme, senza cadere nel pericolo che il ‘patto sociale’ venga meno? Forse solo con il dialogo si eviteranno appiattimenti e rinunce, perché tutti si sentano accolti e valorizzati in pienezza come persone e come portatori di peculiarità che ogni cultura ha in sé.
Dunque la politica al servizio della società, perché legalità vuol dire impegnarsi al servizio degli altri con gratuità, proponendosi come scopo prioritario la ricerca del bene comune.
È così che l’agire politico, lungi dall’entrare in rotta di collisione con la legalità, può diventare un’altissima forma di servizio ad essa.