Mi preme ringraziare con il cuore i tantissimi cittadini dell’area urbana cosentina, qualcuno proveniente anche dalla provincia, per aver partecipato alla manifestazione antimafia di ieri in via Rossini a Rende. Non era per nulla scontato che dei semplici cittadini scendessero per strada in una fredda serata di novembre non certo per fare baldoria in qualche birreria improvvisata, ma per metterci la faccia contro la ‘ndrangheta di Calabria, l’organizzazione mafiosa più pericolosa al mondo.

Ho visto con i miei occhi intere famiglie con figli partecipare con responsabilità e convinzione a quella che si è rivelata una suggestiva fiaccolata per dire un secco No ad ogni forma di mafia e di sopruso. Ho visto con i miei occhi i ragazzi Boy Scouts dell’Agesci insieme a tanti altri coetanei preparare con entusiasmo e con cura le 300 fiaccole che avevamo portato e distribuirle, dando priorità ai ragazzi e alle donne perché non erano sufficienti per tutti i partecipanti. Un bellissimo esempio, dunque, di cittadinanza attiva in nome della legalità.

Mi ha riempito il cuore vedere tutta quella gente muoversi pian piano dando inizio a questa marcia simbolica, a questa “rivoluzione mite” che mi auguro possa proseguire nel futuro, perché anche attraverso questi gesti simbolici ci può essere il riscatto della nostra città e della Calabria.

Sì, della Calabria. Perché ieri non eravamo a manifestare contro la mafia in una tranquilla cittadina della Svizzera bensì a Rende, una città della Calabria, terra di ‘ndrangheta, che purtroppo non è esente da questo fenomeno come dimostrano tutta la serie di eventi mafiosi che periodicamente e oggettivamente si verificano nella nostra area urbana, oltre che per le numerose inchieste della magistratura che si sono susseguite recentemente e in questi anni. Un’area urbana in cui non si scendeva in piazza a manifestare contro la ‘ndrangheta da tantissimi anni.

Per questi motivi rimango sbalordito quando certa politica invece di incoraggiare queste manifestazioni cerca subdolamente di banalizzarle, di sminuirle, di provocare strumentalizzazioni al fine di attribuire un significato distorto a queste iniziative. Così facendo, si tradiscono i cittadini onesti e perbene… altro che garantismo costituzionale. Il garantismo costituzionale è cosa ben diversa!

Da calabrese mi vergogno a dover constatare che molti politici di questa terra esercitano queste pratiche, che i politici non solidarizzino con questi cittadini esemplari, restando in un colpevole silenzio. Bisognerebbe avere più rispetto per quei cittadini, 10 o 1000 che fossero, veri e propri eroi di una regione che fa fatica a riconoscere il problema della ‘ndrangheta, nonostante l’abbia generato ed esportato in tutto il mondo.