L’ex Capo del Movimento 5 stelle sarà inviato Ue per il Golfo. Alla fine ce l’ha fatta l’’ex ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. La sua candidatura, si dice da più parti mai smentita, è stata voluta da Mario Draghi e accolta positivamente dall’Alto rappresentante per la Politica Estera dell’Ue, Josep Borrell, che aveva l’ultima parola sulla nomina.

Borrell propone poi di nominarlo «per un periodo iniziale di 21 mesi, a partire dal 1 giugno 2023 fino al 28 febbraio 2025».
La notizia impone una serie di riflessioni sulla coerenza, il merito, la meritocrazia delle persone che vanno a ricoprire incarichi e infine, non ultimo, su questa scelta fatta dall’ex Presidente Draghi.

Per Borrell è «il candidato più adatto». Adatto perché? Perché una persona come Di Maio, dovrebbe rappresentarci in un’area strategica come quella del Golfo?. La risposta di Borrell è arrivata nella lettera del 21 aprile: «In qualità di ex ministro degli Esteri italiano, Di Maio ha il profilo politico necessario a livello internazionale per questo ruolo. I suoi ampi contatti con i Paesi del Golfo gli consentiranno di confrontarsi con gli attori interessati al livello appropriato».

Questa nomina è uno schiaffo alla storia di tante persone. Partiamo dall’inizio di questa triste storia. Luigi Di Maio vendeva le bibite allo stadio di Napoli ed è un lavoro che gli rende onore e merito. Ha iniziato a militare in un Movimento che ha fatto dell’odio sociale, dell’attacco violento all’avversario, del qualunquismo, del populismo becero, delle bugie palesi come «abbiamo abolito la povertà» annunciata dal balcone di Palazzo Chigi, della violenza verbale verso gli avversari la sua ragione di vita.

Ha fatto il Ministro senza lasciare traccia. Senza incidere sulla politica estera Italiana. Dicono sia stata bravo ad usare i più bravi presso il Ministero degli esteri, non basta, mi dispiace. La felicità di avere un rappresentante italiano che ci rappresenti non ci esime dal dire che nella vita aver costruito qualcosa è sempre meglio di aver giocato a demolire salvo poi far finta di nulla e subire una metamorfosi cosi strabiliante.

Chi non cambia idea nella vita è uno stolto, ottuso, poco intelligente, certo si ma anche strutturarsi per affrontare una tale cambio di vedute dovrebbe basarsi su soliti studi e solidi percorsi. I percorsi politici, l’essere stato un Ministro della Repubblica per nomina politica e non per meriti non vuol dire avere un bel curriculum. Non tutti possono fare tutto e tutti devo cercare di far bene quello che sanno fare. 

La laurea non conta sono d’accordo. Ma come io non posso fare l’idraulico perché non sono capace, un idraulico non può fare l’avvocato perché non è capace. Questa nomina deride il merito, non motiva le persone al miglioramento, deride chi lavora duramente per poter raggiungere i propri sogni seguendo seri percorsi.

La scorciatoia che ha usato Luigi Di Maio demotiva tante persone serie e preparate in qualsiasi ramo. Ciò che colpisce di più è l’ex Presidente Draghi che ha avallato questa nomina. Si è il protagonista di questa vicenda che delude di più perché del merito ne aveva fatto una bandiera oggi offuscata o peggio ammainata.