«Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!».
Non poteva il Sommo poeta Dante Alighieri descrivere meglio la situazione attuale in cui viviamo.
Sono giorni che assistiamo, molti di noi purtroppo rassegnati, a un susseguirsi di notizie incomprensibili su cosa possiamo o non possiamo fare nel mese di dicembre e agli inizi di gennaio.


Mentre leggete queste mie riflessioni forse il nostro presidente del Consiglio avrà preso una decisione, si spera, ma lo spettacolo preoccupante che ci ha riservato in questa seconda ondata è più inquietante, se permettete, della stessa seconda ondata del Covid-19.
Si susseguono a Roma riunioni tra il presidente del Consiglio e l’unto del Signore Domenico Arcuri. Poi iniziano delle vere e proprie consultazioni interminabili tra i capi delegazione dei partiti di maggioranza (Pd, Italia Viva, Leu, Articolo 1, Movimento 5 stelle ), poi è il turno del Comitato Tecnico Scientifico, poi con le Regioni, forse i Comuni e magari con i medici di Pinocchio di Collodi...

 

Tutto questo sarebbe interessante se non ci fosse una seconda ondata del virus, se non vivessimo in uno dei momenti più tragici che la nostra scuola vive, se non fosse per i tanti ristoratori ridotti sul lastrico, per i tanti professionisti che vivono a stento e per il dolore delle famiglie italiane per le perdite. Prendiamo ad esempio un tema a me caro: scuole aperte, scuole chiuse. Un sindaco apre le scuole secondo le prescrizione di uno dei tanti Dpcm del presidente Conte. Poi un altro sindaco le chiude. Poi arriva il Tar e le riapre. Poi non si capisce chi rientra a scuola e chi no. Tutti in ordine sparso e la confusione regna nel nostro Paese. Confusione che esiste in un ambito, quello della scuola, importante per la formazione a mio avviso. Qui ci ritroveremo con ragazzi che hanno letteralmente perso un anno di studio, diciamocela tutta. Hanno perso il contatto con i compagni di scuola, per me quei momenti erano momenti vitali per la mia crescita. Hanno perso il contatto con gli insegnanti a volte guida a volte severi. Per non parlare dei ristoranti chiusi e centri commerciali aperti. Io non ho mai visto gustare una pasta alla carbonara o, se volete, alla Nduja, in piedi... se non regolarmente seduti con perfetto distanziamento. Questo accanimento sui ristoranti resta a me un mistero, insieme ad altri misteri!
Potrei continuare con altre storture riguardo le decisioni prese negli ultimi tempi ma non voglio deprimervi.


Non è facile decidere, lo comprendo. Non sono tempi semplici, comprendo anche questo, ma, per favore: DECIDETE. Chi tocca diritti fondamentali come il nostro diritto alla Salute e le nostre Libertà Personali forse dovrebbe dare un quadro meno a tinte fosche e decidere, dopo i vari incontri, in tempi veloci e brevi perché o siamo in emergenza, come siamo, oppure non si capisce il perché stanno cincischiando a Palazzo Chigi.
DECIDETE!


Le feste (per esagerare!) di Natale e di Capodanno sono alle porte, forse nella nostra testa sono anche già trascorse tanta è la depressione del momento che stiamo vivendo che si abbatte come un vero uragano sulla nostra psiche.
Allora chiediamo troppo nel chiedere che si chiuda questo teatrino a Palazzo Chigi di incontri su incontri senza arrivare ad un punto e prendere una decisione sulle nostre vite che poi proprio così da buttare ancora queste vite non sarebbero? Ovvio, poi fate voi, ci mancherebbe, con calma, come state infatti, purtroppo, facendo!


A me non resta che augurarvi buon Natale e, si spera, buon nuovo Anno a tutti nonostante tutto e tutti...