La ricetta? Patti rafforzati ed eliminare il potere di veto nelle deliberazioni. Altrimenti rischiamo di essere l’Africa dei secoli scorsi dove Usa e Russia impongono la propria presenza predatoria
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Il ritratto ufficiale di Donald Trump
Ci si interroga del futuro dell’Europa, ritornano i richiami a quanti indicarono la strada di una Europa federale.
Il Manifesto di Ventotene e le scelte lungimiranti di De Gasperi, Adenauer, Schumann, Spinelli, Colorni, Rossi sono i riferimenti storici di una visione lungimirante carica di passione e di valori, dopo le immense tragedie delle guerre mondiali nate nel seno di una Europa divisa.
Luci di civiltà venivano spente e una realtà ricacciata nel buio dei tempi.
Dopo la guerra si lavorò per una Europa Unita, per consolidare la democrazia,per garantire libertà e diritti. A una umanità derelitta si indicava la strada della solidarietà e della cooperazione.
La divisione per blocchi, la guerra fredda non spensero il sogno europeista che iniziò a realizzarsi con la nascita della Ceca e dell’Euratom e poi della Comunità Europea.
Era l’inizio di un processo di integrazione politica del vecchio Continente che si interruppe nel 1954 quando la Francia bloccò la nascita della Ced (la difesa comune europea).
Si erano spesi in questa direzione i fondatori dell’Europa.
De Gasperi soffrì molto, non nascose che la non realizzazione della Ced allontanava il disegno europeista. Il Parlamento europeo eletto a suffragio universale nel 1979, la Cee divenuta Ue è governata dal Consiglio dei Capi di Stato e di governo e dalla Commissione con una burocrazia con un ruolo decisionale.
La Commissione non è il governo.
Il tentativo di fare una Costituzione europea che avesse come riferimento i valori giudaico cristiani fallì per volontà della Francia. Giscard d’Esteing era il presidente della Commissione chiamata ad elaborare la nuova Costituzione.
Poi ancora passaggi del Trattato di Maastricht hanno prefigurato un Europa come area commerciale ed economica.E poi l’allargamento,senza sufficienti valutazioni di compatibilità.
Oggi il problema non è Trump ma una Europa che non c’è. Movimenti sovranisti hanno grande vitalità.
La guerra Russia Ucraina ci riporta a un passato di vocazioni imperiali .
Nello sfondo due imperi quello Russo e quello Statunitense di Trump che agiscono per imporre le loro sfere di influenza.
Se prevale il dato economico, se i valori sono in letargo le illusioni di una Europa unita si infrangono.
Se nel nostro Paese la Democrazia è in crisi, se c’è un governo che gestisce con decreti legge, che un Parlamento debole approva sempre, se un vice presidente del Consiglio simpatizza con Putin in contrasto con il resto del governo, che si allea con la destra più estrema europea, se un governo disattende un mandato di cattura internazionale di un criminale,se la presidente del Consiglio alimenta il contrasto con la magistratura, rinunciando a svolgere un ruolo di equilibrio, se un governo balbetta difronte alla truffa di Stato (definito tale da tanti esperti) che è l’aumento esorbitante delle bollette elettriche che pesano sui cittadini, se non fanno scandalo le Autorità di regolazione, che agiscono in libertà senza controlli, condizionati dagli interessi dei regolati, cade un freddo glaciale che spegne idealità e valori.
L’Europa rischia di essere l’Africa dei secoli scorsi dove Putin e Trump impongono la loro presenza predatoria. Gli Europei che fanno? Si incontrano in vertici continui e inutili!
Bisogna rifondarla con i patti rafforzati ed eliminare il potere di veto nelle deliberazioni.
E poi trovare nei valori dell’Occidente la centralità dell’Uomo scomparsa sotto un cumulo di ipocrisie, di manifestazioni affettuose con un affetto che non c’è dove regnano solo finzioni.
L’Italia ha la sua storia, con immensi giacimenti culturali di civiltà e deve ritornare allo spirito di De Gasperi che costruiva con umiltà senza arroganza e spavalderia che non vestono gli statisti.
De Gasperi fu uno statista.