Negli Usa un Giudice Federale ha bloccato il provvedimento con cui Trump vuole porre fine al diritto di cittadinanza per tutti i bambini nati sul suolo Usa. Scelta moderna che ci ricorda una storia antica: quella del re Ruggero II, nato a Mileto
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Un Giudice Federale, qualche giorno fa, ha bloccato, temporaneamente, il provvedimento con cui Donald Trump intende porre fine al diritto di cittadinanza automatico per tutti i bambini nati sul suolo Usa. La decisione è stata presa a seguito di un ricorso presentato da alcuni Stati federali, i quali si sono appellati al XIV emendamento della Costituzione. E si è riacceso, così, il dibattito tra i sostenitori dello ius soli e dello ius sanguinis, non solo in America. A determinare la concessione della cittadinanza deve essere il sangue: la discendenza da almeno un genitore già cittadino del Paese in cui si vive oppure il suolo: l’essere nati in un determinato territorio? Non è una questione da poco per le sue implicazioni ideologiche, che creano uno spartiacque netto tra i sostenitori dell’una e dell’altra parte, in quanto a visione del Mondo e dell’Uomo.
Si tratta di una questione antica, come antiche sono nella storia le migrazioni dei popoli e le problematiche connesse alla convivenza, su uno stesso suolo, di diverse etnie. Nel Medioevo, ad esempio, si trovò ad affrontare tale “convivenza” un Re nato in Calabria, nelle cui vene scorreva, però, sangue normanno e italo-franco. Suo padre, Ruggero I, fu il Gran Conte che mise fine al potere degli Arabi sulla Sicilia, ma non agli Arabi, alla loro cultura, lingua e abilità mercantili. Con le Assise di Ariano, nel 1140, il figlio, divenuto Re con il nome di Ruggero II, sancì il principio di territorialità del diritto e il dovere di rispettare le leggi emanate dal Sovrano, qualunque fosse il gruppo etnico di appartenenza. Grazie ad esse, i vari popoli che abitavano il suolo su cui Ruggero II regnava poterono vivere in pace: Longobardi, Greci-bizantini, Normanni, Arabi. La Cappella Palatina di Palermo, con la fusione artistica di elementi arabi, bizantini, normanni è il simbolo, anche politico-ideologico di un Regno multiculturale, fondato sulla prevalenza del suolo rispetto al sangue. Non solo i Regni, bensì soprattutto gli Imperi si trovano prima o poi, di fronte ad un bivio: suolo o sangue? Così Caracalla, nel 212, concesse la cittadinanza a tutti gli uomini liberi che abitavano sul suolo dell’Impero, mentre Mussolini, nel 1936, proclamando la nascita dell’Impero Italiano nell’Africa Orientale, definì una netta demarcazione tra “cittadini” e “sudditi” e un diritto di cittadinanza basato sul sangue.
Sullo ius sanguinis, nel quale si cela un substrato razzista, si fondano infatti i presupposti delle ideologie nazifasciste del 900 e la giustificazione politica dell’annessione dell’Austria, come dell’invasione della Cecoslovacchia e della Polonia da parte di Hitler. Non vi erano, forse, sul loro suolo, a volte, anche solo minoranze di sangue tedesco? Fin qui la Storia. Ma oggi? I segnali che vengono dall’America non sono incoraggianti per chi vorrebbe un Mondo e un’Europa che sappiano governare i cambiamenti globali, piantando semi di pace. Forse più che ai secoli recenti il nostro sguardo dovrebbe dirigersi allora verso un Tempo Antico, passato alla Storia come “buio” e che, invece, non sempre lo fu. Il nostro cammino a ritroso giungerebbe fino in Calabria, a Mileto, dove nacque Re chiamato Ruggero. Suo padre veniva dalla Normandia e lui, alla sua corte ebbe, tra i collaboratori più stretti, greci- bizantini come anglo-normanni, mentre una leggenda racconta che il solo che avesse il diritto di entrare a cavallo, nel cortile del Palazzo Reale, a Palermo, fosse il Geografo Al-Idrisi. Il suo sangue era, inequivocabilmente, arabo.