La storia di un anziano che vive in una casa riposo e un giorno trova la forza di compiere una scelta perché non aveva perso la voglia di sorridere
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La pioggia batteva forte, quasi instancabile, mentre un uomo osservava immobile dai vetri della finestra il tempo delle gocce. Ciascuna goccia d’acqua significava, per l’uomo - un anziano robusto, con rughe medio-grandi sulla fronte e sulle mani, una voce vigorosa e occhi castano scuri; quest’ultimi simili alla pelle fresca delle castagne - uno spazio di libertà, un passo verso l’oltre, nella sua camera numero 01. Erano trascorsi circa tre mesi dal suo arrivo in Villa, la Villa dei Ciliegi, ma tutto sembrava fermo, sconosciuto, mai nato. La camera era intatta, il letto ancora da scoprire e il cibo freddo mai consumato. Dall’unica e grande finestra della stanza scorgevano alberi secolari, perlopiù pini, abeti e qualche castagno ancora acerbo, distese di terra piene di foglie, pietre e pigne secche, che circondavano la Villa, e in lontananza occupava la scena un lago immerso tra diverse tonalità di verde e di marrone; accanto ad esso la terra si preparava ad accogliere la stagione delle patate e di fiori che donavano speranza anche ai lombrichi e alle tremoline.
L’uomo non parlava mai, ogni tanto in compagnia di una vecchia sedia in legno, posizionata tra il letto e la finestra, dava sollievo al suo corpo.
Dalla finestra della camera 01, essenziale e fredda, si vedeva la tristezza di una natura trascurata e solitaria.
Ogni notte, tra le coperte mai calde del letto, l’uomo sperava di allontanarsi con la sua valigia marrone piena di ricordi e di vita soffocata.
All’alba, un silenzio strano bussava alla sua porta. Era la voglia di assaporare il gusto acerbo della libertà, di rivivere la primavera dell’età fragile, di ascoltare il rumore delle preghiere di sua madre.
Poi, un giorno, senza esitare, la fuga da Casa Zero. Fu una corsa solitaria. La compagnia di nessuno e la fragilità delle gambe diedero libertà ad un uomo stanco che non aveva perso la voglia di sorridere, neanche davanti al dolore.