Il referente cittadino del partito: «Si riaprano i punti di primo intervento di Palmi e Oppido, si riattivi l’ospedale di Gioia Tauro e si spinga per la realizzazione del nosocomio unico della Piana»
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Dalla riapertura dei Punti di primo interventi di Palmi e Oppido Mamertina alla riattivazione dell’ospedale di Gioia Tauro e ai lavori per il nosocomio unico. Su queste direttive interviene la Lega Gioia Tauro attraverso una nota del referente cittadino Renato Bellofiore.
«I danni da scelte politiche molto discutibili inferti nel campo della sanità alla popolazione di Gioia Tauro e dell’intera Piana, per ultimo la chiusura dei ppi di Palmi e Oppido Mamertina e poi in ordine la chiusura dell’Ospedale civile di Gioia Tauro, avvenuta nell’ottobre del 2021, il recente depotenziamento dell’Ospedale di Polistena e il più che quindicennale ritardo nella costruzione dell’Ospedale Unico della Piana con sede in Palmi, hanno determinato – spiega Bellofiore - l’evidente e consequenziale mancanza da anni di offerta di assistenza sanitaria pubblica. Tali scelte, anche per i più scettici, hanno rappresentato e rappresentano per la vecchia classe politica e per i vari commissari alla sanità susseguitisi nel tempo, il fallimento di un tipo di politica della salute ormai alla frutta, incentrata solo su meri obiettivi da raggiungere nel segno dell’aziendalizzazione sfrenata e dei tagli continui per risanare il dissesto sanitario che ha avuto, ed ha tuttora, come prima vittima la negazione del diritto alla salute e alle cure dei cittadini residenti nella Piana. Bisogna voltare pagina».
Per il referente della Lega «C’è necessità di un impegno concreto da parte dei nuovi vertici dell’Asp di Reggio Calabria, della nuova Regione Calabria e della nuova struttura del commissario alla sanità calabrese, nella ricerca di una soluzione definitiva e in sintonia con le richieste della popolazione residente.
Il popolo della Piana – aggiunge - ha bisogno di precisi segnali di volontà di riaprire immediatamente i ppi di Palmi e Oppido Mamertina e di riaprire un presidio ospedaliero come il Giovanni XXIII di Gioia Tauro, importantissimo per la sua vicinanza chilometrica al Porto dove ogni giornio lavorano oltre 3.000 lavoratori a rischio incidenti rilevanti. Un ospedale che fino a qualche anno fa svolgeva un ruolo rilevante nell’offerta dell’emergenza-urgenza sanitaria e nella tutela della salute della popolazione del territorio tanto da decongestionare e dimezzare l’affluenza verso i nosocomi di Polistena e Reggio Calabria oggi al collasso».
A questo punto diventa pure necessario, quasi indispensabile, per chi ha le redini della sanità in Calabria fare leva con il Governo e/o Parlamento affinchè adottino una norma che preveda ed autorizzi una procedura d’urgenza speciale, modello Ponte Morandi a Genova, per evitare e recuperare i continui ritardi accumulati nella costruzione dell’Ospedale Unico della Piana a Palmi».
«Infine, sarebbe auspicabile, in tempi brevi, che l’azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria si attivasse, grazie anche al supporto regionale e commissariale, per presentare un progetto complessivo di revisione e sviluppo per una nuova offerta sanitaria nella Piana di Gioia Tauro evitando continui e progressivi tagli.
La città di Gioia Tauro – conclude Bellofiore- non può essere buona solo come sede finale per portarci i rifiuti dell’intera Regione e poi essere depotenziata da tutte le strutture sanitarie che aveva al suo interno e nelle vicinanza territoriali e che negli scorsi anni hanno funzionato bene a cominciare dall’Ospedale Giovanni XXIII per finire alla stazione delle Ferrovie dello Stato a Gioia Tauro, una struttura di recente interamente ristrutturata posta al centro della città, con ampi parcheggi di recente costruzione, anch’essa inspiegabilmente depotenziata».