L'incontro alla Casa delle Culture, con la presenza dell'autrice Adriana Toman, ha visto la partecipazione di sindaci e amministratori locali, professionisti, docenti universitari e giornalisti
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Si è tenuta a Catanzaro presso la Casa delle Culture del Palazzo della Provincia la presentazione del libro di Adriana Toman “Pregiudizio di Stato – Quell’Italia a sovranità limitata – il caso Oliverio”. Un tour quello iniziato a Reggio Calabria nello scorso mese di novembre, proseguito a Cosenza, Corigliano Rossano, Castrovillari, Amendolara, per approdare a Catanzaro ha registrato ovunque una folta presenza di pubblico. Anche nel capoluogo di regione la sala gremita ha seguito con interesse le osservazioni proposte dai relatori a questo libro che sta facendo discutere e che è già alla seconda ristampa.
La giornalista Ida Dominjianni dopo aver offerto un’attenta analisi del testo ha moderato l’incontro che ha coinvolto anche l’autrice: «Nel titolo sono espresse le ragioni del libro» ha detto la Toman. «Un lavoro che ha preso spunto dalla vicenda politico giudiziaria che ha interessato il presidente della Regione Oliverio, ma che affronta il complesso della situazione calabrese. Nel libro viene descritto, facendo riferimento a fatti e vicende concrete, il pregiudizio per il quale la Calabria paga un prezzo drammatico». Hanno discusso sui temi del libro il giornalista e scrittore Ilario Ammendolia, Marcello Furriolo già sindaco della città, Michele Drosi, scrittore, Domenico Bilotti, docente di Diritto all’Università della Magna Graecia e il Presidente della Camera Penale di Catanzaro Francesco Iacopino.
Al termine l’intervento di Mario Oliverio ha richiamato i principali temi al centro del confronto. «In questi anni il combinato disposto di giustizialismo e populismo ha alimentato un vero e proprio squilibrio tra i diversi poteri dello Stato. Alla progressiva crisi della politica si è accompagnata una torsione giustizialista che ha finito per mettere in discussione i diritti costituzionali. Adriana in questo libro affronta un tema centrale per comprendere la situazione che vive la Calabria e offre una lettura del rapporto tra lo Stato e la nostra regione. Perché “Pregiudizio di Stato “? Perché questa terra paga il prezzo di una narrazione che la rappresenta come la terra del male. La ndrangheta c’è e va combattuta, ma non può essere utilizzata per affermare l’equazione Calabria uguale ndrangheta, gettando discredito sul complesso della società calabrese, come se tutti i calabresi fossero ndranghetisti. Per fortuna il popolo calabrese è costituito nella stragrande maggioranza da persone oneste e laboriose che purtroppo pagano il prezzo di una narrazione avvelenata, strumentale ad un sistema che ha condannato il Sud ad una condizione di ritardato sviluppo. I migliori alleati della ndrangheta sono coloro che sollevano polveroni e che finiscono con l’alimentatore sfiducia nello Stato e nella Giustizia».
Oliverio non perde occasione per affrontare anche un tema di strettissima attualità come il DDL sull’autonomia differenziata approvato in Senato: «Questo provvedimento - afferma - ha una radice piantata dal populismo leghista che ha contribuito a lacerare il tessuto unitario del Paese utilizzando una rappresentazione del Sud alimentata anche dalla sua criminalizzazione. Una scelta irresponsabile per la quale non solo il Mezzogiorno e la Calabria, ma l’intero Paese pagheranno un prezzo amaro. Una scelta destinata ad allargare il divario tra Nord e Sud, ad accentuare la marginalizzazione della Calabria. Ha ragione Vincenzo De Luca: Le regioni del Sud devono reagire con determinazione per contrastare questo disegno irresponsabile espressione di beceri egoismi, frutto di una classe dirigente miope. La Calabria deve porsi in prima linea contro questo sciagurato disegno proprio partendo dalla sua difficile condizione di ritardato sviluppo e dalla situazione in cui versano settori importanti come la sanità inchiodata da un quindicennio di gestioni commissariali che hanno contribuito a smantellare e depauperare i servizi territoriali, ad indebolire e impoverire i servizi ospedalieri per alimentare l’emigrazione sanitaria verso le strutture del Centro Nord. Una tendenza che il disegno dell’autonomia differenziata codificherà ed accentuerà come status permanente per i cittadini calabresi. Tutto ciò è inaccettabile e richiede una reazione forte da parte delle comunità e delle istituzioni calabresi. Questi sono i temi centrali del libro che costituisce un contributo di riflessione anche su questo tema».
L’attenzione della sala ha visto la presenza di sindaci e amministratori locali, professionisti, docenti universitari, giornalisti
a dimostrazione della tematica di interesse plurale e trasversale. Dopo quella di Catanzaro sono previste altre presentazioni a partire da quella che si terrà il 3 febbraio ad Acri nel Caffè Letterario di palazzo Sanseverino–Falcone