Nella sala giunta della Provincia di Cosenza, stamattina, è stato sottoscritto un protocollo d’intesa sulla “Gestione delle terre e rocce da scavo e sul monitoraggio delle matrici ambientali suolo e acque sotterranee” nell’ambito dei lavori di costruzione del terzo Megalotto della S.S. 106 Jonica ricompreso dall’innesto con la S.S. 534 (km. 365+150) a Roseto Capo Spulico (Km. 400+000).

 

A firmarlo il direttore generale dell’Arpacal, Domenico Pappaterra, il presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, l’ingegnere, Francesco Caporaso, responsabile struttura territoriale Anas e l’architetto Maria Elena Cuzzocrea rappresentante legale della società contraente generale Sirjo.

Garantire efficienza ed efficacia


La proposta avanzata dal presidente di Arpacal va nella direzione di «garantire efficienza ed efficacia a tutte le nostre attività nei lavori di costruzione del 3° Megalotto della S.S. 106 Jonica» - ha spiegato Pappaterra - ribadendo che il ruolo di ente di controllo tecnico scientifico «non deve essere inteso come un freno allo sviluppo delle opere strategiche per la nostra Calabria e per l’intero Mezzogiorno».

 

In base alla delibera del Cipe che approvava il progetto definitivo del Megalotto, l’intera opera è sottoposta ad un complesso e dettagliato piano di monitoraggio ambientale affinché, prima durante e dopo l’opera, i lavori non abbiano un impatto sull’ambiente circostante tale da determinare la compromissione nelle diverse matrici ambientali (aria, suolo, acque sotterranee).

 

Arpacal dovrà verificare l’efficacia delle misure di mitigazione previste dal progetto, nonché consentire l’individuazione di ulteriori interventi di mitigazione e correzione delle fasi di lavorazione necessarie a minimizzare quanto più possibile gli impatti delle opere sul territorio.

 

Una attività complessa, quella che investe l’agenzia ambientale calabrese, che è chiamata a pronunciarsi, ma anche ad essere operativa sul territorio, in diversi ambiti che interessano l’opera: la matrice suolo per il controllo dei livelli di superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione (CSC) ai sensi del D.lgs. 152/06, oppure l’aria per le emissioni delle diverse opere di cantierizzazione, o anche la matrice acqua, nello specifico quelle sotterranee, per la verifica di eventuali sforamenti ai limiti imposti dalla normativa e, non da ultimo, il complesso tema delle Terre e Rocce da Scavo. Il tutto opportunamente condiviso tra i soggetti in campo, in particolare il Settore Ambiente della Provincia che svolge un ruolo di controllo, al fine di evitare rallentamenti nell’opera nel pieno rispetto della normativa e dei rispettivi ruoli istituzionali.

Grande attenzione alla tutela dell'ambiente


Il protocollo sottolinea la «grande attenzione» sul versante della «tutela e salvaguardia dell'ambiente» ha sottolineato il presidente della Provincia Franco Iacucci. Per i lavori di costruzione del Magalotto, infatti, il piano di monitoraggio della rete di rilevamento è stato già ampliato ed integrato, al fine di verificare «l’efficacia delle misure di mitigazione previste dal progetto, nonché di consentire l’individuazione tempestiva di ulteriori interventi di mitigazione necessari a minimizzare quanto più possibile gli impatti dell’infrastruttura». Le matrici ambientali interessate sono state e continueranno ad essere sottoposte a controlli costanti, così come prevede la normativa ambientale in materia, con il vigile controllo degli Enti competenti in un’ottica di fattiva collaborazione, di efficienza ed efficacia. Il protocollo è stato condiviso da tutti, a dimostrazione della «disponibilità degli Enti di fornire supporto, anche attraverso le professionalità dei tecnici del Servizio suolo e rifiuti dell’Arpacal di Cosenza e dei tecnici del Servizio bonifiche dei siti contaminati del Settore Ambiente della Provincia, agli esecutori di questa fondamentale infrastruttura particolarmente attesa dal territorio che garantirà benefici allo sviluppo ed ai trasporti dell’intera regione, nonché una maggiore sicurezza alla circolazione veicolare sulla dorsale jonica».


Ovviamente Arpacal, pur all’interno del perimetro tracciato dal protocollo di intesa, opererà sempre nel rispetto dalla normativa e di quanto ad essa demandato dagli organismi sovraordinati. In questo modo si attiverà un percorso virtuoso, che consentirà di adottare un metodo di lavoro condiviso, capace di individuare tempestivamente gli eventuali accorgimenti necessari al fine di coniugare sviluppo economico e tutela dell’ambiente e della salute umana, sempre nel doveroso rispetto della normativa vigente.