La sigla sindacale prenderà parte domani alla manifestazione “Ripartire dal lavoro” a Cosenza. Chiederà attenzione su stagionali, servizi esternalizzati e cassa integrazione
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Anche la Fisascat Cisl parteciperà domani alla giornata di mobilitazione nazionale “Ripartire dal lavoro” che si terrà per la Calabria a Cosenza. Lavoro, crescita, investimenti, Sud, fisco equo e solidale, coesione sociale, la piattaforma generale di rivendicazione delle tre sigle confederali, alle quale la Federazione cislina del terziario, commercio, turismo e servizi guidata da Fortunato Lo Papa contribuirà con il folto pacchetto di richieste portato avanti negli scorsi mesi chiedendo l’attenzione, non solo del governo, ma anche della Regione.
«Tanti, troppi i nodi per i quali non si stanno cercando soluzioni – afferma il segretario generale – con situazioni che rischiano di incancrenirsi e di affossare definitivamente un sistema economico e occupazionale già precario». «Basti pensare – spiega - a tutte le aziende ancora in smart working, come la Telecom, e al conseguente fermo di lavoratori impiegati nelle mense o nelle pulizie per i quali il futuro è sempre più incerto, senza un orizzonte temporale di rientro effettivo e senza che abbiano ancora ricevuto diverse mensilità di cigs».
«Questa Regione sembra navigare a vista ed essere cieca e sorda. Non bastano i proclami, abbiamo bisogno di fatti. Tanti sono - incalza Lo Papa - coloro che sono rimasti fuori dal mercato del lavoro. Gli stagionali che non hanno lavorato né percepito ammortizzatori sociali sono stati tantissimi e per loro non c’è stato nessun sostegno. C’è bisogno di allargare lo sguardo, ma anche di ascoltare le istanze di un territorio. Le richieste di un tavolo di concertazione pubblico privato sono state innumerevoli, ma dalla Cittadella nulla si è mosso».
«Anche il nodo della Rsa è fermo - aggiunge - rimane il problema degli accreditamenti, degli arretrati con i lavoratori e allo stesso tempo i contenziosi con la Regione per le rette. Lo stesso trattamento che hanno avuto i lavoratori pubblici della sanità dovrebbero averlo anche tutti quelli che hanno prestato servizio durante il lockdown».
«Rivendichiamo, inoltre, maggiore controllo nei servizi che la Regione ha esternalizzato (onde evitare lavoratori sottopagati, contratti pirata e mensilità non pagate) e interventi per le attività interne rimaste al palo. Non possiamo stare a guardare, non è nel nostro spirito. Continuiamo e continueremo - conclude Lo Papa - a fare da pungolo e a chiedere fatti».