La buona sanità è quella capace di anticipare i tempi o comunque di adeguarsi tempestivamente ai bisogni del paziente e alle prescrizioni del sistema nel suo complesso. È con questo spirito che su iniziativa del S. Anna Hospital, ha avuto luogo il meeting di aggiornamento sul tema “La riabilitazione nel paziente cardiologico”. Incontro cui ha partecipato personale medico e infermieristico di sei strutture, sia di area pubblica e sia di area accreditata, dislocate sul territorio regionale, che abitualmente accolgono nel post intervento i pazienti dimessi dal Centro di cardiochirurgia. In particolare, erano presenti Villa Bianca e Villa del Sole (CZ), AO Morelli (RC), Casa di Cura S. Francesco (Mendicino), Villa del Sole (CS) e Villa dei Gerani (VV). Il tema del meeting è stato affrontato e discusso con diversi approcci: da quello cardiologico a quello cardiochirurgico, senza tralasciare gli aspetti peculiari della degenza post operatoria in terapia intensiva e quelli legati al contrasto delle infezioni ospedaliere. L’iniziativa, destinata a ripetersi con regolarità in futuro, è stata promossa con lo scopo di rendere quanto più sinergico possibile il rapporto con le strutture territoriali, fino a giungere a un sistema di protocolli condivisi per la gestione del paziente in fase di riabilitazione.
“Non è la prima volta che giochiamo d’anticipo o che arriviamo preparati alle scadenze – ha commentato Gaetano Muleo, direttore sanitario del S. Anna – era già successo con la check list in sala operatoria o con i protocolli per la prevenzione delle infezioni ospedaliere. In questo caso, ci siamo mossi subito e in coerenza con quanto previsto dal nuovo Regolamento sugli standard ospedalieri in tema di continuità tra ospedale e territorio. Lo scopo principale è garantire al paziente assistenza continuativa per consolidare, dopo le dimissioni, le sue condizioni fisiche e proseguire il recupero funzionale. Obiettivi difficilmente raggiungibili senza il confronto continuo con i colleghi che operano sul territorio, con i quali intendiamo quindi sviluppare metodi, strumenti e programmi di lavoro condivisi. Crediamo che l’iniziativa, oltre che rispettosa delle prescrizioni normative, sia sostanzialmente una buona pratica – ha aggiunto il DS –, perché finora ognuno ha un po’ camminato con i propri piedi e deciso con la propria testa, mentre invece il meglio che si possa offrire al paziente è proprio l’integrazione tra la struttura che dimette e quella che accoglie nel post ricovero. Su questo c’è intesa piena con i colleghi, al punto che vogliamo portare l’esperienza che abbiamo avviato anche all’attenzione del dipartimento regionale per la Salute, perché la riorganizzazione della rete ospedaliera non basterà a rispondere pienamente ai bisogni assistenziali se non sarà affrontato il tema delle strutture territoriali e del loro coordinamento con quelle ospedaliere”.