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Con una lettera al presidente, Santo Bagalà, i parlamentari M5s Riccardo Nuti, Francesco D'Uva, Nicola Morra, Dalila Nesci, Paolo Parentela e Federica Dieni hanno chiesto al Consiglio comunale di Gioia Tauro (Reggio Calabria) di contestare «la causa oggettiva d'incompatibilità» che grava sul sindaco, Giuseppe Pedà, in quanto il suocero, Luigi Bagalà, ha in appalto la raccolta e il trasporto dei rifiuti differenziati e indifferenziati. «Per il Consiglio comunale di Gioia Tauro – precisano i parlamentari M5S – si tratta di un dovere legato ai propri poteri di controllo. La norma è chiara: Pedà non può ricoprire la carica di sindaco, in quanto ha un'incompatibilità certa, rispetto alla quale i consiglieri comunali possono voltare la faccia oppure procedere a contestazione secondo legge». Nella stessa lettera i parlamentari M5s – che sull'incompatibilità di Pedà hanno già interrogato il ministro dell'Interno, Angelino Alfano –, hanno chiesto al prefetto di Reggio Calabria di promuovere l'azione di decadenza del sindaco di Gioia Tauro e ai procuratori di Palmi e della Corte dei conti di accertare eventuali responsabilità penali e danni all'erario. «Non ci interessano – concludono Nuti, D'Uva, Morra, Nesci, Parentela e Dieni – le allusioni alla querela per diffamazione da parte dell'interessato né il suo tentativo di spostare la questione su aspetti esterni, tipico di chi non ha argomenti. Le ipotesi di incompatibilità contenute nel Testo unico sugli enti locali servono a garantire la buona amministrazione della cosa pubblica, punto. Le domande da porsi sono due. Diventato sindaco, Pedà poteva non sapere che il servizio rifiuti era nelle mani di suo suocero? Neppure adesso Pedà sa che il suocero ha questo appalto?».