L'esponente del civico consesso di Catanzaro conferma la sua intenzione di non voler fare alcun passo indietro nelle imminenti amministrative: «Ero e resto fermamente convinto della mia innocenza»
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«Apprendo, non senza sincero rammarico, della decisione del Gup del Tribunale di Catanzaro di disporre il rinvio a giudizio nei miei confronti nel procedimento comunemente denominato “Corvo”». Così commenta il consigliere comunale di Catanzaro, Giuseppe Pisano, la decisione del giudice delle udienze preliminari di disporre nei suoi confronti il rinvio a giudizio.
«Rispetto profondamente la decisione del giudice e affiderò ancora una volta ai miei legali di fiducia il compito di difendermi nelle sedi competenti. Ero e resto fermamente convinto della mia innocenza, che avrò modo di dimostrare con ogni mezzo nel processo che avrà inizio a dicembre, all’esito del quale sono certo che la Magistratura, nella quale ripongo massima fiducia, saprà riconoscere la bontà del mio operato amministrativo.
Non sarà un provvedimento che si limita a disporre un rinvio a giudizio, e non una responsabilità penale, a farmi oggi ricredere sulla correttezza di una delibera consiliare approvata a larga maggioranza e nell’interesse esclusivo della città. Così come non sarà il giudizio che mi attende a distogliere il mio impegno politico al servizio del capoluogo di regione o a suggerirmi passi indietro nelle cariche che oggi mi onoro di rivestire. Sia chiaro a tutti che non arretrerò di un solo centimetro nelle mie battaglie per Catanzaro e la sua provincia, a partire dall’imminente sfida elettorale.
A tal proposito, mi auguro che la lunga campagna elettorale che ci attende sia basata su programmi e proposte concrete per la città, con dibattiti e toni anche accesi se necessari, ma sempre improntata al rispetto reciproco tra gli opposti schieramenti. Laddove, invece, qualcuno intendesse utilizzare argomenti speculativi e diffamatori su vicende che ancora attendono un vaglio giudiziario, sappia che non gli sarà consentito e che troverà nel sottoscritto un solido argine ai vani tentativi di gettare fango. Lo devo a me stesso, alla mia innocenza, alla mia famiglia e a tutti i concittadini di Catanzaro che hanno riposto in me la loro fiducia».