Continuano le polemiche sul corto realizzato da Gabriele Muccino per la Regione. L'esponente di Italia del Meridione: «Quella cifra sarebbe stata opportuno spenderla per stimolare lo sviluppo del nostro sistema produttivo interno»
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«Quale voleva essere la missione di questa operazione? Una domanda che riecheggia in tutta la regione da quando è stato distribuito pubblicamente il cortometraggio firmato dal regista Gabriele Muccino, voluto fortemente dalla presidentessa della Regione Jole Santelli, precocemente scomparsa pochi giorni or sono». Continuano le polemiche sul corto “Calabria, terra mia”, questa volta a parlare è Pier Luigi Sposato di Italia del Meridione.
«Il prodotto finale – continua -, presentato all’attenzione pubblica, narra di una Calabria ancora appesa alle sue origini, ferma all’anno del Signore, dove un asino traina cose e persone. Si potrebbe affermare senza ironia, parafrasando il famoso film “Il Ruggito del Topo”, che la nostra Calabria abbia ruggito, un bel ruggito dell’asino! Ne usciamo né migliori, né diversi ma soltanto più vecchi, stanchi e slegati dalle dinamiche di un mondo che viaggia senza sosta verso il progresso e la modernità».
«Allora quale voleva essere la missione di questa operazione? – si chiede ancora Sposato - Finanziariamente il risultato è fallimentare, in quanto hanno stanziato un budget altissimo per un progetto di soli otto minuti che, per di più, pregiudica ancora una volta l’immagine della Calabria, quando invece la stessa cifra sarebbe stata opportuno spenderla per stimolare lo sviluppo del nostro sistema produttivo interno che con grandi difficoltà stenta a decollare. Avrebbero potuto produrre VENTI spot pubblicitari da cinquanta mila euro e col resto della cifra promuoverli nel mondo intero attraverso l’utilizzo massiccio dei social network. Questo tipo di azione avrebbe avuto una triplice capacità: quella di aiutare le produzioni interne e favorire maggiore lavoro per le maestranze, produrre un racconto più veritiero e plurale di una regione ricca di eccellenti risorse naturali, imprenditoriali e artigianali ma soprattutto, per la prima volta in tanti anni, la dirigenza politica di questa Regione avrebbe potuto donare un po’ di luce e armonia ai suoi cittadini e non la solita discordia, figlia di scelte scellerate, costruite sempre sull’interesse di pochi».
E ancora: «A breve torneremo alle urne e tutti noi saremo nuovamente chiamati a decidere per il destino politico della nostra regione e allora perché non tentare di abbracciare una visione d’insieme, proiettata nel futuro, che tenga in considerazione gli attori sani di questa Calabria e che li sostenga fortemente, invece di affidare i nostri sogni nelle mani di estranei per ricevere in cambio sempre e solo illusioni. Noi di IdM Calabria – conclude - abbiamo puntato sulla condivisione d’intenti, sulla promozione attiva di un programma di sviluppo culturale e turistico, affinché i fasti dei nostri sacrifici e delle nostre conquiste riecheggino nel futuro prossimo ovunque in Italia e nel mondo».
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