La Guardia di finanza e l'università Magna Graecia di Catanzaro hanno sottoscritto un protocollo d'intesa finalizzato al potenziamento del sistema di prevenzione e contrasto delle condotte lesive degli interessi economici e finanziari pubblici connessi alle misure di sostegno e di incentivo, con particolare riferimento alle borse di studio ed agli alloggi per gli studenti. Il protocollo è stato sottoscritto dal presidente del Consiglio d'amministrazione della Fondazione dell'università, professore Geremia Romano, e dal comandante provinciale di Catanzaro della Guardia di finanza, colonnello Pierpaolo Manno, presente il rettore dell'ateneo, professore Giovanni Cuda.

«Questo importante passaggio - riferisce un comunicato della Guardia di finanza - permette di valorizzare, a livello locale, una collaborazione già in atto a livello centrale, in quanto sviluppata attraverso la recente sottoscrizione di un accordo quadro tra il Ministro dell'Università e della Ricerca, senatrice Anna Maria Bernini, ed il comandante generale della Guardia di Finanza, generale Andrea De Gennaro. Con il protocollo, le fiamme gialle di Catanzaro e la Fondazione Università Magna Graecia definiscono le modalità della collaborazione, nell'ambito delle rispettive finalità istituzionali. Sulla base degli elementi acquisiti, i reparti del Comando provinciale di Catanzaro potranno, attraverso autonome attività di analisi ed approfondimento, orientare efficacemente e rafforzare l'azione, nell'ambito dei precipui compiti d'istituto, verso quei soggetti e contesti connotati da più elevato rischio. L'accordo di collaborazione ha validità triennale, rinnovabile».

«La strategia attuata dalla Guardia di finanza, in coerenza con il ruolo di polizia economico-finanziaria a competenza generale - é detto ancora nella nota - è volta a prevenire, prima ancora che reprimere, le frodi in danno del bilancio nazionale e dell'Unione Europea. In tale ambito, il protocollo testimonia la sinergica sensibilità e l'impegno dell'ente firmatario affinché sia garantito che le risorse pubbliche siano spese per consentire anche ai meno abbienti di accedere agli studi universitari, contribuendo così alla crescita ed allo sviluppo sociale del Paese».