Il giovane coreografo, performer e autore calabrese racconta il suo percorso, dai successi nazionali al nuovo libro Attimi, ritratti, silenzi: «Dopo 12 anni dalla prima pubblicazione ora la mia voce è più matura»
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Francesco Lappano è un giovane artista poliedrico che ha saputo trasformare la passione per l’arte in una carriera brillante e trasversale. Performer, coreografo e autore, Lappano ha percorso tanta strada, partendo dalla Calabria per affermarsi sulla scena nazionale.
Un ragazzo che ha fatto tanta strada, da un capo all’altro del mondo dell’arte. Come ti definisci?
«Di mio non ho mai amato definirmi perchè ho sempre preferito lasciare che il flusso dell’ispirazione e della vita mi aiutino a trovare sempre nuove forme di espressione e mai di “etichettatura”».
Dall’università della Calabria ai tuoi successi professionali in tutta Italia. Come nasce il tuo successo?
«Dalla cupidigia tipica di un calabrese, che non ha mai mollato di fronte i vari no ricevuti, bensì si è rimboccato le maniche, cercando di migliorare lì dove possibile. Al resto ci ha pensato una buona dose di solarità e di simpatia che mi accompagnano anche nelle giornate più dure»
Delle tue attività artistiche, quale ti sta dando maggiori soddisfazioni?
«Sono anni molto particolari per la “scena italiana” così restìa a dare possibilità a chi ha fatto dell’arte il proprio pane quotidiano, nonostante ciò sono molto orgoglioso di questi ultimi anni, dalle coreografie di Miss Italia 2023, alla serie de “Il gattopardo” ora su Netflix, dagli ultimi spettacoli teatrali quali “Me vedo co’ uno e la sua gang” e “Cinderella Swing”, che sarà al Palacultura di Rende il 28 Aprile di quest’anno, alla prossima uscita del mio secondo libro “Attimi, ritratti, silenzi” che mi riempie di gioia».
Cosa ti sei portato dietro della Calabria, e cosa ti manca?
«Posso dire che la mia terra mi accompagna, a volte anche tormenta, sempre, pure nel libro. Dagli occhi dei miei genitori a quella sana ostinazione a voler raccontare e fare arrivare tanto di questa regione che l’Italia e il mondo ancora conosce così poco. Ma forse, a noi, va bene anche così…perché le cose speciali devono essere preservate!»
Il tuo futuro come e dove lo vedi?
«"Che sarà, sarà... whatever will be, will be".... mi sembra la citazione più giusta a riguardo. Come ho detto prima, sono aperto alle varie incognite della vita, ma ho trovato a Roma una buona base per il mio lavoro ed anche per la mia vita.... e poi è anche tanto vicino a "casa"».
Il sogno da realizzare assolutamente
«È stato proprio il grande sogno del cinema a riportarmi a Roma ed io spero davvero che, prima o poi, possa avere la giusta opportunità a riguardo».
E poi?
«Altro grande desiderio a cui sto lavorando, a questo punto della mia carriera, è quello di avere una rubrica, un programma, dove poter raccontare qualcosa alle persone, magari unendo tutti i campi trasversali che mi hanno accompagnato in questi anni.
Perché io amo stare con la gente e creare un rapporto empatico con il pubblico».
“Attimi, ritratti, silenzi” di cosa parli nel tuo secondo libro?
«Una voce più matura. Sono passati ben 12 anni dalla pubblicazione de "Il bilico" e tanto è cambiato nella mia vita, ma come successe allora, oggi la pubblicazione di questo secondo lavoro avviene in un periodo dove ho potuto fare un po' di ordine, riuscendo a fare pace con questi 12 anni di attimi, ritratti, silenzi».