Dal 2016 a oggi l’aggregazione dei produttori ha fatto molta strada e lavora per ottenere l’Igp e contrastare le contraffazioni. Ma non nasconde i problemi: «Imprenditori agricoli senza manodopera»
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Il Consorzio dei produttori del peperoncino di Calabria nasce nel 2016 per volontà di Pietro Serra, imprenditore del cosentino, che ha sempre creduto nel peperoncino di Calabria. In pochi anni il consorzio ne ha fatta di strada.
Dal 2016 il Consorzio è cresciuto tanto, ha coinvolto i produttori su tutto il territorio regionale e soprattutto condividendo con loro l’obiettivo del riconoscimento Igp. Come possiamo considerare la qualità del peperoncino di Calabria?
«Sia per piccantezza e sia per i sentori che ha, vi ricordo che nella cucina mediterranea dopo il sale, lo zucchero e l'olio è l'elemento più utilizzato nelle preparazione delle varie pietanze».
Ma soprattutto: come tutelare il nostro peperoncino dalle contraffazioni e dalle falsificazioni?
«La certificazione dell'origine del prodotto, la tracciabilità di filiera, l'ottenimento del riconoscimento Igp possono contribuire a contrastare alla contraffazione del prodotto».
Quali sono i prossimi obiettivi del consorzio?
«Costituzione del Consorzio di tutela appena otterremo il riconoscimento e poi tanta promozione su scala nazionale e internazionale».
I mutamenti climatici quanto incidono nelle attività delle aziende agricole?
«I mutamenti i climatici hanno avuto risvolti negativi purtroppo, soprattutto per le precipitazioni intense concentrati in un breve periodo e le siccità durante il periodo estivo. Poi l'innalzamento della temperatura ha fatto il resto».
C’è poi il tema della mancanza di manodopera.
«Il problema della manodopera è il problema primario, non si riesce a reperire personale che dia la disponibilità a lavorare nei campi oramai gli imprenditori agricoli della Calabria sono disperati perché manca manodopera almeno del 50%».