L'uscita del manuale enogastronomico 2024 registra lo stato di salute dell'alta cucina. Vola il Sud, ma sotto Cosenza si registra una frenata. Ecco i locali calabresi
Guida Michelin, la Calabria perde una stella ma conferma 6 ristoranti e ne conquista due verdi
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Il locale si trova in via Fiume Savuto, località Santo Janni. Rivelazione assoluta al suo primo apparire, il giovane talento della gastronomia regionale conferma la sua classe. «Abbruzzino – si legge nel sito Michelin- è sempre un valido indirizzo per chi cerca i sapori del territorio - sia a livello di prodotti che di memoria personale dello chef - reinterpretati in chiave moderna. Ai fornelli Luca (figlio del patron Antonio) propone piatti che ben rappresentano l'incontro tra creatività e tradizione calabra; la carta dei vini è ben strutturata con una dichiarata passione per i vini locali. Servizio professionale a cui la presenza della mamma in sala aggiunge una piacevole e genuina nota familiare»
Il locale si trova in Contrada Dattilo. «In un mondo come quello dell’alta cucina che vede una preponderanza di figure maschili, Caterina Ceraudo è una voce fuori dal coro autorevole e di grande personalità. (…) la cucina di Caterina che, pur attingendo alle tipicità locali, è moderna e creativa, ma senza eccessi»
E ancora, le motivazioni per la Stella Verde: «La famiglia Ceraudo è da sempre paladina di una produzione ecosostenibile e l’azienda agricola di proprietà fornisce gran parte del fabbisogno del ristorante, la cui cucina non è che un riflesso della bellezza e della biodiversità di questo territorio. Sono al 100% indipendenti a livello energetico grazie all'impianto fotovoltaico».
Il ristorante si trova in via Montezemolo 65. «Il Gambero Rosso nasce negli anni Settanta dal desiderio di Anna Maria e Giuseppe Sculli di rendere omaggio al mare che avevano lasciato anni prima da emigranti. Da allora questo ristorante è diventato il luogo attorno a cui gira tutta la vita della famiglia e oggi un nuovo capitolo è scritto dai figli Riccardo e Francesco. Gli amanti del pesce troveranno uno dei più gettonati locali della regione: sulla tavola, infatti, arriva il meglio che i pescatori trovano quotidianamente lungo la costa jonica, da gustare nelle proposte di crudo (ottimi gli antipasti!) che attirano clienti da ogni angolo della Calabria, ma anche nelle imperdibili paste o nei secondi in cui il mare incontra la campagna. Encomiabile lo sforzo di creare sempre nuove sinergie con i produttori e i fornitori locali».
Dal termine greco Hyle, “materia”, la filosofia del ristorante situato in Contrada Torre attinge direttamente al passato magnogreco della Sila. «L’intento di Hyle è ripercorrere questa via, che parte dalle colline sul mare e arriva in cima alle montagne. Un percorso breve, ma che comprende un’area fertile e ricca di ingredienti diversi, dai quali partire per costruire un progetto di cucina che, arricchito dall'esperienza dello chef Antonio Biafora, traccia una mappa di eccellenze territoriali, individuando piccoli produttori locali (di verdure, erbe aromatiche, noci…), in una catena di sostenibilità economico-sociale encomiabile». Queste le motivazioni della Stella Verde: «Hyle interpreta nel modo più moderno le caratteristiche del Parco della Sila, un territorio montano difficile ma dalle grandi potenzialità. In un rapporto strettissimo con i produttori locali, lo chef ricerca, seleziona, produce e raccoglie le migliori materie prime, (...)»
Il locale si trova in via Ubaldo de' Medici. queste le motivazioni: «Se all’esterno passa quasi inosservato, aperta la porta si schiude un mondo di eleganza moderna dallo stile vagamente scandinavo: una piccola bomboniera gastronomica in un palazzo ottocentesco a Nicastro, nel centro storico di Lamezia. Lo chef-patron Luigi Lepore è rientrato nell'amata Calabria dopo ottime esperienze maturate fra Italia e Francia. Tecnica e precisione sono messe al servizio dei migliori ingredienti della regione per dar vita a piatti dai decisi sapori contemporanei con ben gestite punte di amaro ed acido, nonché un intrigante utilizzo degli agrumi. (…)».
Il ristorante si trova in località Calabretto. «(…) un'elegante villa di fine Settecento, con annesso frantoio in cui è stato ricavato il ristorante sotto ad un caratteristico soffitto dalle volte a crociera. Nel 2023 il restyling rivoluzionario ha portato la cucina al centro della sala: gli ospiti si possono accomodare intorno allo Chef’s Table (il bancone) o scegliere un unico tavolo più decentrato. Poi, tutti insieme si inizierà l'esperienza del lungo e unico menù degustazione di Nino Rossi. Calabresi sono buona parte dei prodotti maneggiati con perizia davanti agli ospiti; alcuni ingredienti, come l'ottimo olio EVO, alcune verdure e le erbe aromatiche e spontanee sono addirittura prodotti in proprio, mentre le rmostrano creatività ed originalità ad ogni assaggiomostrano creatività ed originalità ad ogni assaggio».
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