Volumi classici e alcuni più contemporanei pronti a farvi esplorare nuovi posti e raccontarvi bellissime storie visti con i loro occhi
Libri sotto l’albero, sei racconti di autori calabresi da regalare a Natale
Libri sotto l’albero, sei racconti di autori calabresi da regalare a Natale
Libri sotto l’albero, sei racconti di autori calabresi da regalare a Natale
Libri sotto l’albero, sei racconti di autori calabresi da regalare a Natale
Libri sotto l’albero, sei racconti di autori calabresi da regalare a Natale
Dopo l’esordio da scrittrice con Visioni Turistiche - Marketing, cultura e tendenze, edito lo scorso anno, in cui l’autrice analizza le ricadute del turismo sulla società attuale, arriva per la fine del 2023 il secondo libro di Debora Calomino, Storie luminose di una Calabria che fiorisce, una raccolta di esperienze di vita di giovani calabresi che hanno deciso di credere nella propria terra di nascita. Il libro è ricco di interviste che Debora Calomino, giornalista pubblicista di San Lucido che si occupa di marketing territoriale e turismo, ha pubblicato sul quotidiano per il quale collabora, Calabria Live, dal 2021 al 2023. Ventotto tra giovani imprenditori e imprenditrici che con la loro lungimiranza hanno deciso di rimanere e investire in Calabria, o di partire e poi fare ritorno, mettendo la propria creatività e professionalità in progetti avviati qui, ai quali la scrittrice ha dato voce. Un altro modo di vedere e raccontare la nostra regione, diversamente dai toni negativi ai quali siamo sempre stati abituati, sicuramente d’ispirazione anche ad altri giovani.
E’ sullo sfondo della Calabria, luogo di partenze e ritorni, e più precisamente sullo Jonio, che prende vita Il figlio del mare (Pellegrini Editore, 2020) quarto libro della scrittrice Eliana Iorfida, cresciuta nel vibonese a Serra San Bruno. La sua laurea in archeologia la porta a scoprire posti lontani del Medio Oriente, luogo del mondo che si incrocia con l’Occidente nelle sue narrazioni. Il figlio del mare parla di un viaggio di ritorno in Calabria, a distanza di trent'anni, di quando Bianca, una ragazzina addormentatasi vergine su una spiaggia della costa ionica, si risveglia portando dentro di sé una nuova vita. Un viaggio all’indietro nel tempo che attraversa l’Italia fino a tornare lì dove tutto è iniziato, nella terra che resiste e porta nella propria memoria il dolore di un bambino figlio delle onde del mare.
Affronta un fenomeno del presente La Restanza, ultimo libro in ordine di tempo di Vito Teti, antropologo calabrese nato a San Nicola di Crissa, in provincia di Vibo Valentia, che si occupa di antropologia e letteratura dei luoghi. La “restanza” è un termine ormai utilizzato nella lingua parlata per indicare quel desiderio di restare nella propria terra d’origine per dare vita ad un nuovo senso dei luoghi, immaginando nuove comunità e nuove pratiche dell’abitare. E non si riferisce solo ai piccoli paesi, ma anche alle periferie, alle città e alle metropoli, in un’epoca fatta di persone che partono ma anche di quelle che restano per rigenerare i luoghi.
Un racconto privo di quella retorica che quasi idealizza la vita nei piccoli contesti, che non si riferisce alla restanza come una scelta di comodo o attesa di qualcosa, né apatia, né vocazione a contemplare la fine dei luoghi, ma piuttosto un processo dinamico e creativo che può essere rigenerativo sia per il luogo abitato che per chi resta ad abitarlo.
Ha ispirato un film girato in Calabria La festa del ritorno, libro del 2014 dell’autore Carmine Abate, nato a Carfizzi, paese arbereshe della provincia di Crotone, il cui primo libro risale al 1977.
La festa del ritorno, il cui filo conduttore è la Calabria Arbereshe, elemento che lo scrittore utilizza sempre nella sua narrativa, è un romanzo che si divide tra il realismo della quotidiana fatica e la visione ancora piena d'incanto di un bambino, Marco, il giovane protagonista che racconta lo struggimento e la rabbia per la lontananza del padre emigrante. Ed è davanti al fuoco di Natale che padre e figlio si raccontano e si confessano a vicenda, con l’aiuto di termini arbereshe, in dialetto, e in italiano, in un turbinio di grandi emozioni.
Passiamo ad un grande classico che non può mancare nella propria libreria personale. Gente in Aspromonte è la raccolta di racconti di Corrado Alvaro scritti nel 1930, che danno vita alla fase più matura dello scrittore calabrese, grazie al quale l’autore ottenne il più importante premio letterario italiano indetto da La Stampa. Alvaro parla di un mondo antico, chiuso, e pieno di ingiustizie, giudicato ma che nonostante ciò aveva i suoi valori e la sua bellezza. L’opera prende il nome dal primo dei tredici racconti, in cui si snodano le storie di contadini e contadine, di zingari, tra tradizioni e credenze, e devozioni alla madonna, dove a fare da sottofondo è la dura vita agricola e pastorale dell’area dell’Aspromonte. Leggerlo è un modo per tenere memoria di ciò che un tempo erano le condizioni in cui si viveva in questo luogo all’estremo sud della Calabria.
Terminiamo con un romanzo avvincente e dalla narrazione più contemporanea, Configurazione Tundra, scritto nel 2020 dalla cosentina Elena Giorgiana Mirabelli, laureata in Filosofia, redattrice della rivista Narrandom e dell'agenzia di servizi editoriali Arcadia b&s.
La storia si svolge sullo sfondo di Tundra, città-bioma perfetta in cui l’architettura genera mutazioni nel comportamento umano allo scopo di rendere felice l’individuo. Il modello Tundra ha mutato le relazioni tra persone, e per questo Diana, che vive nella casa che fu della figlia di Marta Fiani, ideatrice del progetto, tramite vecchie cose ritrovate, scoprirà il vissuto delle due donne scoprendo in che modo il modello ha inciso sugli abitanti della città.
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