Fede e folclore si fondono a Taverna dove sono pronti a ripartire i riti legati alla Settimana Santa e alla Pasqua. Nel centro del Catanzarese occhi puntati su Vennari Santu, in cui si raggiunge l’apice della pietas popolare. Gli eventi religiosi sono curati dallArciconfraternita del Santissimo Sacramento e Santissimo Salvatore. Si legano a quanto avvenuto nella seconda metà del 1700 allorquando, dopo un violento terremoto, la statua lignea del Crocifisso giunse nella chiesa di Santa Barbara dal distrutto convento dei Frati Osservanti. Oggi il Venerdì Santo viene celebrato solennemente ogni tre anni.

La statua lignea del Crocefisso

Tutto ha inizio con un cammino di fede celebrato nella chiesa arcipretale di santa Barbara: la Pia Pratica dei Venerdì di Quaresima. Centro di queste funzioni liturgiche è la statua del Santissimo Crocifisso, scultura lignea appartenente alla scuola di Frate Umile da Petralia che viene lodato con preghiere e particolarissimi canti detti “lamenti”. Dal primo venerdì di quaresima, i grancasciari si riuniscono dinanzi la chiesa di Santa Barbara: uomini di tutte le età imbracciano questo rudimentale strumento enorme e pesante che viene tramandato di generazione in generazione da padre in figlio. Il corteo dei grancasciari è il preludio al Venerdì Santo. Il suono cupo, mesto e continuo dei tamburi riecheggia nell’aria e annuncia l’inizio della penitenza.

La discesa della turba romana

Religione e pietà popolare si mixano restituendo un evento e uno spazio sospeso tra pratiche mistiche e pagane. Si parte alle 13:30 con la tradizionale discesa della turba romana in Piazza Gregorio Ricca. Un gruppo, composto da soldati romani e guardie del tempio, arresta Gesù che viene condotto per le vie del paese in una cerimonia ricca di pathos. In piazza i grancasciari scandiscono il suono del lutto che accompagnerà l’intero arco della processione.

La Pigghijata, la cattura di Gesù

In via della Pietà, poi, ha inizio dalle ore 14.00 una parte più folcloristica conosciuta in tutto il territorio calabrese con la “Pigghjiata”, letteralmente “presa”. Viene messo in scena il momento dell’arresto di Gesù nell’orto degli ulivi. Sono momenti vissuti, in cui il pubblico assiste e diventa partecipe dell'evento. Poco più tardi, dalle ore 15.00, nella Chiesa di Santa Barbara si svolge la funzione liturgica, il cui centro è la statua del Santissimo Crocifisso, che viene lodato con preghiere e particolarissimi canti detti “lamenti”.

Vennari Santu a Taverna

La processione prende il via dalla Chiesa di santa Barbara a partire dalle ore 16.00. Un lungo corteo di statue e personaggi che si incamminano attraverso i vicoli e le strade del paese in un lungo e tortuoso percorso. Tutti diventano protagonisti e spettatori; l’intero borgo diventa spazio rituale al passaggio della morte. «Si tratta – spiega l’Arciconfraternita- di un corteo variegato, al cui interno si dispiegano diversi quadri rappresentativi. I grancasciari aprono la strada, seguiti dalle statue del Cristo all’orto, del Cristo alla colonna, e dell’ecce homo, iconografia dei primi tre misteri dolorosi del rosario».

La marcia di Giuda e la ciampata

Il momento è coinvolgente: «È la figura di Giuda a dare il ritmo di marcia all’intera processione, soprattutto nell’ultima parte del percorso dove inizia la cosiddetta “ciampata” una sorta di andamento a passo di gambero che rallenta e dilata surrealmente la durata della processione. Il quadro finale del corteo – evidenzia l’Arciconfraternita- è rappresentato dal Cristo Crocifisso e dalla Pietà che costituiscono l’ultimo mistero doloroso del Rosario». C’è un’altra particolarità: «Ogni quadro è introdotto da gruppi di bambine e ragazze vestite da angeli che reggono i simboli della Passione. Tradizionalmente ad essi, vengono affiancati due angeli soldato che, posti alle spalle del Cristo, sorreggono la croce per alleggerirne il peso».

Le cadute di Cristo

Attimi di grande commozione si registrano durante le tre cadute che Cristo compie lungo il tragitto. Secondo la tradizione locale coincidono con l’arrivo nelle tre piazze principali del paese. L’ultima, in particolare, si registra davanti la chiesa di Santa Barbara e coincide con la chiusura dell'evento. I battiti di tamburo scandiscono il tempo, in un crescendo di emozioni e suggestioni che rendono la Piggjiata un unicum nel panorama delle tradizioni pasquali in terra calabra.