“Lei, signor Ippolito, è un ambasciatore del Cirò, e si dice Cirò per significare Calabria…”: scriveva così in una lettera del 1964 Leonida Repaci, uno dei più importanti scrittori calabresi, che proprio nel suo “Quando fu il giorno della Calabria” nell’elencare le bellezze, le peculiarità e le ricchezze della nostra regione proprio a Cirò affiancò il vino, simbolo identitario di quel posto

Ancora di più quindi, quando si parla delle Cantine Ippolito 1845, si parla di storia calabrese, di tradizioni e onori del territorio di Cirò. La cantina più antica della Calabria ha organizzato presso l’Hotel Europa a Rende una degustazione del vino “Ripe del Falco” che rappresenta sin da 1957 la cantina più antica della Calabria, ovvero proprio Ippolito 1845.
Una verticale delle annate storiche che hanno fatto la differenza, dal 2001 al 2014, un gaglioppo che rappresenta un vero tesoro calabrese e che nei palati dei raffinati ha trovato nuova vita e intensità, regalando ad ogni degustazione una sfumatura diversa, ad ogni sorso un sentore nuovo e mai banale. 

Durante la degustazione è incredibile osservare i diversi vini all’interno del bicchiere, un continuo cambiare di colore, sfumature impercettibili, profumi che raccontano di storia e tradizione, profumi fruttati, punte di vaniglia, aromi di liquirizia.
Il Consorzio Vino Cirò e Melissa lavora ad un grande traguardo, ovvero il futuro verde del DOCG Calabrese: Cirò Rosso Classico Superiore. Una missione che darebbe, ancor di più, grande valore alla Calabria tutta. 

Tra tutte quante, pur non essendo un sommelier, l’annata 2013 mi ha davvero deliziato: retrogusto sublime, pieno ma non banale, mi ha conquistato. Il 2001 invece è per grandi intenditori, toni scuri, liquorosi, ma assolutamente gradevole. Cin cin, CalabriaVisione!