L’iniziativa ha proposto originali abbinamenti di tre tipologie del distillato di origine caraibica con altrettante creazioni curate dal laboratorio di panificazione cosentino
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Viaggiare attraverso il tempo e i continenti alla scoperta di una delle bevande alcoliche più sorprendenti, multiformi e apprezzate al mondo: il rum. È quello in cui sono stati guidati i partecipanti alla serata di degustazione, promossa da Whisky Club Italia in collaborazione con Slow Food Vibo Valentia, nei locali dello Sporting club cittadino. Un evento speciale intitolato “Bocconi di Panestorto e rum”, nel corso del quale un’attenzione particolare – al di là degli interessanti cenni storici, degli aneddoti e degli aspetti tecnico-sensoriali dei rum in degustazione – è stata riservata agli abbinamenti con le creazioni dell’apprezzato laboratorio di panificazione Panestorto di Cosenza.
Dimenticate dunque il classico abbinamento rum e cioccolato: a prendere la scena sono stati infatti “bocconi” prevalentemente salati, ricchi di sfumature ricercate e sensazioni variegate. Un connubio indirizzato passo passo dai relatori della serata: Giovanni Cesareo, appassionato autentico ed esperto di rum e distillati (per conto di Whisky Club Italia) e Monica Florio, creativa e rivoluzionaria Ceo di Panestorto. Sono stati loro le abili guide di un percorso didattico e sensoriale molto apprezzato dai soci dell’associazione guidata, a Vibo Valentia, dall’appassionata presidente Giuseppina Anastasi.
Tre i rum proposti: El Dorado 12 anni, release pre 2014; Appleton Estate 12 anni, release americana; Trans Continental Rum Line (Tcrl) French West Indies agricole rum. Scelte per nulla scontate, piuttosto distanti dal mainstream dei marchi noti, ma segnalati come emblematici per un’autentica esperienza di gusto e sensazioni. Sempre con l’immancabile raccomandazione di un approccio responsabile, teso a cogliere essenze, profumi e sfumature, e godere così a pieno delle caratteristiche dei distillati senza mai eccedere nelle quantità.
Nel bicchiere dell’El Dorado 12 anni, Single blended rum della Guyana (40% Vol.), un “colore ambra intenso con riflessi ramati, rotondo al palato e lievemente dolce”. È stato proposto in abbinamento con una raffinata mezzafresa alla liquirizia con robiola, castagne bollite, miele di bosco e grani di sale aromatizzati alla liquirizia Amarelli.
Quindi l’Appleton 12 anni, Single blended rum giamaicano di 43 gradi: una proposta sorprendente che restituisce nel bicchiere le caratteristiche uniche dell’isola caraibica nel quale nasce e, in particolare, della Nassau Valley, territorio carsico denso di formazioni calcaree, grotte e sorgenti d’acqua sotterranee. Nel bicchiere “note fruttate, di quercia e di cacao, seguite melassa e scorza d’arancia, vaniglia e caffè, con accenni di mandorla”. È stato abbinato ad una mezzafresa di Panestorto alle nocciole, mandorle e mirtilli, con stracciatella, alici di Sciacca, zest di limone acerbo, polvere di limone disidratato.
Infine un rum “agricolo”, vale a dire ottenuto dalla spremitura della canna da zucchero anziché, come negli altri casi, dalla melassa: il Tcrl West Indies, Rhum vieux agricole, 46 gradi, importato dall’imbottigliatore francese Lmdw. Di “nitida colorazione ambra, con sfumature speziate dolci, vaniglia e richiami di frutta secca al naso”, regala “sensazioni di leggerezza al palato e un equilibrio gustativo improntato a toni del miele fino all’emergere di aromi tostati”. È stato proposto in abbinamento con panestorto al cacao amaro con fonduta di cioccolato extra fondente, arance tardive, burro alla scorza e caramello salato.
Ad incorniciare il tutto, l’analisi sulle specificità territoriali, sulle tecniche di produzione, lavorazione, distillazione e invecchiamento nonché sul contesto storico-geografico di riferimento dei rum degustati, sapientemente curata dallo stesso Giovanni Cesareo.