Siamo in presenza dello storico Vincenzo Cataldo, che ci accompagnerà a scoprire le bellezze di Gerace, borgo medievale nell’area della Locride conosciuta come città delle cento chiese.

Le sue radici risalgono all’era preistorica, e nel corso del tempo fu amministrata da diversi popoli, come i Greci e i Romani, fino a quando non arrivarono i Bizantini. Questi ultimi si scontrarono con gli arabi, che con i loro continui attacchi assediavano la città, la quale riuscì però sempre ad avere la meglio. Divenne città vera e propria con i Normanni, creatori della cattedrale romanica più grande del Meridione, edificio religioso che fa parte del complesso delle numerose chiese elevate durante le varie epoche. 

L’alto numero delle chiese presenti sul territorio, che le hanno conferito il nome di città delle cento chiese, è dovuto al fatto che Gerace fosse una città vescovile, e rimase tale fino a quando la sede vescovile non fu trasferita a Locri. 

Erano le famiglie locali più facoltose a investire in queste grandi opere. Tra le chiese ritroviamo quella di Santa Maria del Mastro, la chiesa dell’Annunziatella, recentemente ristrutturata, all’interno della quale si trovano ancora delle tracce cromatiche degli affreschi bizantini; la chiesa del Giovannello, ristrutturata e destinata a parrocchia bizantina nell’Italia Meridionale.

Nella parte più alta del paese si trova il castello, del quale rimane poco dell’antica struttura adibita poi a carcere, intorno alla quale gira una leggenda. Pare che durante uno degli assalti da parte degli arabi, la popolazione si rinchiuse tra le mura del castello, rimanendovi per mesi. Estenuati, decisero di attuare un piano: confezionarono delle ricotte con il latte delle puerpere per offrirle ai nemici, che convincendosi ci fossero ancora degli armenti, batterono ritirata.

Il centro storico, all’interno della città muraria, presenta ancora due porte, la Porta del Borghetto e la porta delle Bombarde, a ricordo della difesa che la città attuava per contrastare gli attacchi di pirati e turchi