Un progetto iniziato circa dieci anni fa che si compone ogni giorno di nuovi tasselli. «Ho seguito la mia passione. È quella la spinta che ti fa andare avanti nonostante le difficoltà». Gerolamo Giannini, giovanissimo apicoltore attivo nel Vibonese, racconta l’evoluzione della azienda agricola “Apicoltura della Costa” ha conquistato un piccolo spazio nel settore calabrese facendosi conoscere ben oltre i confini regionali. Gerolamo grazie a un lavoro incessante portato avanti con l’aiuto della moglie Isabella Paglianiti, “custodisce” circa 900 arnie. Un piccolo patrimonio costruito con fatica, con investimenti economici, sacrificando anche aspetti della propria vita privata. Oggi, una nuova fase. La piccola realtà produttiva sita nelle campagne di San Giovanni di Zambrone, ha presentato il progetto Apiario olistico, “Il paradiso delle api” con percorsi di apiterapia e api-didattica (su prenotazione anche dalla pagina fb della cooperativa). L’idea è quella di partire con un servizio originale a disposizione dei turisti ma anche delle scuole.

Api-didattica e apiterapia

Si tratta di un’esperienza multisensoriale, come spiegato da Isabella, che si fonda sul potere curativo di queste straordinarie creature: «In particolare l’apiterapia consente di intervenire su due aspetti. Il primo è il suono delle api che emanando frequenze naturali consentono alla persona di rilassarsi. L’effetto è simile alle onde del mare, all’acqua di un ruscello. Ai suoni, insomma, che ci connettono con la natura. Poi c’è un’altra caratteristica, ovvero il profumo sprigionato dalle arnie (che ospitano famiglie di api) che apporta benefici all’apparato respiratorio». Il percorso si svolge all’interno di una casetta di legno a cui sono collegate – ovviamente in sicurezza – le casse di api. Con l’api-didattica, invece, viene consentito ai partecipanti di conoscere e osservare direttamente la vita delle api e la realizzazione del miele. Le dimostrazioni vengono eseguite da Gerolamo in condizioni di sicurezza: «Lo abbiamo pensato soprattutto per i bambini, per eventuali progetti con le scuole. C’è anche la possibilità, per chi ne fa richiesta, di sottoporsi a sedute di massaggi all’interno dell’apiario». Sempre su prenotazione, la struttura ospita degustazioni di miele.

Il miele vibonese

Fare l’apicoltore in un territorio difficile come quello vibonese, non è semplice. Oltre alla burocrazia lentissima, Gerolamo ha dovuto fare i conti con una “cultura” poco attenta alla valorizzazione del miele: «Il rischio nel settore è altissimo. Il caldo, la siccità ma anche la grandine che danneggia i fiori si ripercuotono sulle produzioni. Le stagioni sono cambiate e gli sbalzi climatici non si possono gestire. In più nel Vibonese non c’è una richiesta altissima se non in determinati periodi dell’anno. Per questo le vendite, almeno nel mio caso, sono perlopiù all’ingrosso. Il miele raggiunge i grandi stabilimenti al Nord dove viene invasettato e poi immesso sul mercato». Tra le criticità, anche la carenza di personale: «Può sembrare un lavoro facile ma non lo è. Non ci sono tante persone appassionate ed è difficile trovare dipendenti su cui poter contare». Gerolamo non ha dubbi: «È un lavoro nomade, ci spostiamo in base alle fioriture. Le arnie vengono trasferite nella zona delle Serre per realizzare miele di castagno, a Vazzano, Filogaso e San Nicola da Crissa per l’acacia, nella Piana di Gioia Tauro per gli agrumi e tra Capo Vaticano, Zambrone e Briatico per il millefiori». Eppure, si resiste: «Tante volte ho pensato di mollare, ma c’è la passione – ribadisce – ed è quella che muove tutto».