Verifiche sul gigante dell'e-commerce che violerebbe le regole sulla concorrenza utilizzando informazioni sensibili dei venditori
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Grana per i quartieri alti di Amazon. La Commissione europea ha deciso di aprire un'indagine per verificare se l'utilizzo dei dati dei dettaglianti indipendenti che vendono i loro prodotti attraverso la piattaforma del gigante dell'e-commerce viola le regole sulla concorrenza.
L'indagine
Secondo i primi accertamenti già condotti in una fase preliminare – secondo quanto riferito dalla Commissione in una nota -, Amazon utilizzerebbe informazioni 'sensibili' dal punto di vista della concorrenza, in particolare sui venditori all'ingrosso, i loro prodotti e le transazioni effettuate. E questo, per l’Ue, potrebbe portare a comportamenti non corretti, soprattutto considerato che l'azienda fondata da Bezos opera attraverso il suo sito web come dettagliante ma allo stesso tempo mette anche a disposizione la sua piattaforma per operatori indipendenti in modo tale che anch'essi possano vendere direttamente i loro prodotti ai clienti.
«Dobbiamo assicurare che le piattaforme online - ha dichiarato la commissaria Ue alla concorrenza Margarethe Vestager - non elimini i benefici che il commercio elettronico offre ai consumatori attraverso comportamenti anti-competitivi». «Il commercio elettronico – prosegue Vestager - ha stimolato la concorrenza nelle vendite al dettaglio, ha ampliato le possibilità di scelta e ha fatto scendere i prezzi». «Ho deciso – spiega quindi la commissaria - di esaminare molto attentamente le pratiche commerciali seguite da Amazon, e il suo doppio ruolo nelle vendite all'ingrosso e al dettaglio, al fine di verificare se la società stia rispettando le regole Ue sulla concorrenza».
Il commento di Unione Consumatori e Codacons
Intanto, attraverso le parole del presidente Massimiliano Dona, l'Unione Nazionale Consumatori (Unc) chiede trasparenza: «Si faccia subito chiarezza e si accertino eventuali abusi». «Siamo pronti ad intentare cause risarcitorie contro l'azienda sia per conto dei consumatori che hanno acquistato sul portale online, sia dei venditori eventualmente danneggiati da pratiche scorrette», dice Carlo Rienzi del Codacons.