Il sindaco di Bergamo: «Chi ha dato loro l’ordine di intervenire?». La replica del ministro: «Non ne so nulla»
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La rimozione di uno striscione dal balcone di un’abitazione privata a Brembate, in provincia di Bergamo, è la miccia che accende una nuova polemica politica. Il fatto è avvenuto in occasione dell’arrivo nella cittadina bergamasca del ministro dell’Interno e segretario della Lega, Matteo Salvini per incontrare i simpatizzanti locali del Carroccio in vista delle prossime elezioni amministrative. Lo striscione, che riportava la scritta «Non sei il benvenuto», è stato rimosso con la gru dai Vigili del fuoco.
La notizia è subito rimbalzata sui social dopo la pagina Facebook “SiAmo Brembate Grignano” ha postato: «Questa mattina, lunedì 13 maggio, per l’arrivo del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, a Brembate, un cittadino ha voluto pacificamente e legittimamente esprimere il proprio dissenso esponendo uno striscione dalla propria abitazione. Per rimuoverlo sono stati scomodati i Vigili del fuoco, pagati con le tasse di tutti i cittadini per consentire campagna elettorale a una lista che poi propone la riduzione delle tasse! È questa la democrazia che vogliamo? Sono questi i rappresentanti che vogliamo alla guida di Brembate e Grignano?».
La reazione del Pd
«Domando: “Chi ha dato loro l’ordine di intervenire? A che titolo?”», è sbottato il sindaco uscente di Bergamo, Giorgio Gori. Secondo il segretario lombardo del Pd, Vinicio Peluffo, si è trattato di «un gesto incredibile e gravissimo. Abbiamo conquistato con decenni di battaglie la libertà di pensiero e di espressione e oggi ce la vediamo revocare? Chiediamo che si faccia chiarezza al più presto», ha aggiunto, convinto che «siamo di fronte all’uso improprio delle Forze dell’ordine. La divergenza d’opinione è ben diversa, è distante, dalla violenza che circola in Rete. Soprattutto sulle pagine a sostegno della Lega e di Salvini, come hanno dimostrato anche le recenti azioni intraprese da Facebook contro i profili fake».
Sempre in quota PD queste le parole twittate dall’ex segretario Maurizio Martina: «Qualsiasi messaggio difforme dal pensiero di Salvini va rimosso e zittito? È accaduto anche oggi al suo passaggio a Brembate. Dalle tv alle strade. Viva la libertà di opinione, di parola, di pensiero! Sempre!».
«L’intervento dei Vigili del fuoco per rimuovere lo striscione appare inspiegabile – dice invece Davide Casati , segretario provinciale del Pd –. Non ravvedo illeciti che giustifichino tale azione, visto che lo striscione non arrecava offese e nemmeno il nome del destinatario, ed era stato esposto dalle finestre di una privata abitazione. In Italia la libertà di pensiero ed espressione è garantita dalla Costituzione, e non deve essere calpestata perché infastidisce qualcuno. Questo clima di censura non fa bene alla democrazia, della cui dialettica il dissenso e la contestazione sono parte integrante». Sul caso è intervenuta anche la deputata bergamasca del Pd Elena Carnevali: «L’episodio è grave e va immediatamente fatta chiarezza – dichiara –. Non si spiegano le ragioni di questa repressione del dissenso, visto che la nostra Costituzione garantisce la libertà di pensiero ed espressione nel nostro Paese (…). Questo è solo l’ultimo di una serie di casi in cui le forme di protesta pacifiche e democratiche a Salvini vengono impedite».
La replica di Salvini
«Non ne so niente, basta che non ci siano problemi di ordine pubblico, che non si metta in pericolo la sicurezza dei cittadini o delle Forze dell’ordine, poi ognuno scriva quello che vuole», ha replicato Salvini. «Gli striscioni dai palazzi non vanno rimossi nei comizi?», gli è stato chiesto a Zingonia. «Se comportano problemi per l’ordine pubblico sì – ha risposto il ministro dell'Interno –, se uno dice Salvini è brutto, chi se ne frega, de gustibus...».