Il 17enne ai pm ha confessato di aver pensato di uccidere genitori e fratellino per liberarsi da un senso di «malessere personale»
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Resta in carcere il 17enne che ha confessato di aver ucciso i genitori e il fratellino di 12 anni nella strage di Paderno Dugnano. La gip del tribunale per i minorenni di Milano Laura Margherita Pietrasanta ha convalidato l'arresto e disposto la custodia cautelare in carcere per il ragazzo. La decisione è arrivata a poche ore dall'interrogatorio di convalida.
Per la giudice il carcere è «l'unica misura possibile» vista la gravità del fatto e ha confermato l'impianto accusatorio. Resta in piedi anche l'aggravante della premeditazione ancorata alla confessione resa dal minore, il quale ai pm ha confessato di aver pensato da un po' all'ipotesi di uccidere la famiglia per liberarsi da un senso di «malessere personale».
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«Potrebbe ancora uccidere»
«Per le specifiche modalità e circostanze del fatto e per la personalità della persona sottoposta alle indagini, sussiste il concreto e attuale pericolo che questa possa reiterare, se lasciata libera, analoghe condotte» si legge nel provvedimento. «Le modalità della condotta si ritengono infatti indicative della pericolosità sociale dell'indagato e dell'incapacità dello stesso di controllare i propri impulsi».
Per la gip, il minore «dopo aver elaborato il proposito criminoso e averlo mantenuto fermo nel tempo, ha posto in essere, con singolare ferocia e accanimento nei confronti delle vittime (desumibile dal numero dei fendenti inferti), un triplice omicidio. La preordinazione dei mezzi, la ripetizione dei colpi unitamente alla particolare condizione emotiva del giovane e alla sua propensione a cambiare e 'aggiustare' la versione dei fatti inducono poi a ritenere concreto e attuale il pericolo di recidiva».