Staminali iniettate nel fegato, nuova terapia salva tre neonati a Torino

Una prima mondiale di successo alla Città della Salute ha permesso di ritardare il trapianto d’organo di almeno un anno nei bimbi, affetti da gravissime malattie metaboliche ereditarie

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di Redazione
22 gennaio 2020
17:17

Eccezionale risultato a Torino di una sperimentazione di successo tutta italiana. Per la prima volta al mondo sono state sperimentate cellule staminali epatiche in neonati colpiti da gravissime malattie metaboliche ereditarie, alla Città della Salute di Torino.

 


Lo studio appena pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Stem Cell Reviews and Reports descrive un nuovo approccio terapeutico, mediante l'utilizzo di cellule staminali epatiche, effettuato con successo in tre neonati con patologie genetiche che determinano coma neonatale e necessitano di trapianto di fegato nei primi mesi di vita.

Staminali nel fegato di piccoli pazienti

La nuova strategia «ha consentito di iniettare cellule staminali epatiche sane direttamente nel fegato dei piccoli pazienti poco dopo la nascita, con lo scopo di correggere il difetto ereditario. Questa procedura innovativa ha permesso di ritardare il trapianto d’organo di almeno un anno in tutti i bimbi trattati», spiegano i sanitari.

 

Non solo: sono state poste le premesse scientifiche per la possibile correzione definitiva di diverse malattie genetico-metaboliche con procedura mini-invasiva.

Lo studio

Lo studio è frutto della collaborazione tra alcuni Centri di eccellenza dell’ospedale Regina Margherita e dell’ospedale Molinette, il Centro interdipartimentale di ricerca per le biotecnologie molecolari dell’Università di Torino (Mbc) e l’azienda biomedicale Unicyte Ag.

 

La sperimentazione clinica é stata condotta al Regina dal dottor Marco Spada (direttore Pediatria e Centro Regionale per la cura delle malattie metaboliche), coadiuvato dal dottor Francesco Porta. Il professor Renato Romagnoli (direttore del Centro Trapianti di Fegato delle Molinette) ed il dottor Dorico Righi (direttore della Radiologia dell’ospedale Molinette) hanno avuto ruolo clinico primario in qualità di co-sperimentatori in questo studio pionieristico.

 

Essenziale anche l’apporto del Laboratorio del Centro trapianti di cellule staminali e terapia cellulare (diretto dalla professoressa Franca Fagioli) e del Centro di coordinamento trapianti (diretto dal professor Antonio Amoroso).

Torino in pole

La nuova terapia sperimentale é stata possibile grazie alle ricerche sulle cellule staminali epatiche condotte dal gruppo del professor Giovanni Camussi del Dipartimento di scienze mediche dell’Università di Torino ed alla Cell factory attiva presso il Centro di biotecnologie molecolari dell’Università di Torino (professor Lorenzo Silengo e professoressa Fiorella Altruda). Un processo scientifico tutto torinese.

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