Il centrodestra di Feijòo prevale, ma con 136 seggi al Congresso è lontanissimo dalla maggioranza che gli servirebbe a formare il nuovo governo. L’alleato di estrema destra Vox, grande sconfitto con soli 33 seggi, non basta. Il PSOE di Sanchez potrebbe tornare al governo
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Non basta aver vinto le elezioni per governare e Alberto Nunez Feijòo, capo della coalizione di centrodestra, non ha la maggioranza assoluta che gli servirebbe perché il re gli affidi la formazione del nuovo governo spagnolo.
Con oltre 8 milioni di voti, il Partito Popolare ha prevalso alle urne contro i 7,7 milioni di voti del PSOE di Pedro Sanchez, ma non basta. Con 136 seggi al Congresso, i Popolari sono lontanissimi dalla maggioranza assoluta, 176 seggi, necessaria per governare. E non basta il sostegno di Vox, partito di estrema destra guidato da Santiago Abascal che fa parte della coalizione. I sovranisti sono infatti i grandi delusi di queste elezioni.
La sconfitta dei sovranisti di Vox
La vera sorpresa di questa tornata elettorale, oltre alla rimonta dei socialisti di Sanchez, è il crollo del partito sovranista. Il partito di Abascal, il grande alleato europeo di Fratelli d’Italia, è passato dai 51 seggi attuali a 33.
La Spagna ferma, quindi, l’”onda nera” delle destre che alle ultime elezioni si sono affermate in Italia, in Finlandia, in Svezia, in Polonia e nella Repubblica Ceca, oltre che in Ungheria e Polonia.
Non solo non si afferma, ma Vox ha perso addirittura 600mila voti rispetto al 2019, arrivando poco sopra i 3 milioni.
«È una pessima notizia che, anche se ha perso le elezioni, Pedro Sanchez possa persino governare con l'appoggio del comunismo, del terrorismo e dell'indipendentismo» ha detto Abascal prima di passare ad attaccare la stampa per la sconfitta «Durante tutta la campagna elettorale siamo stati avvisati di sondaggi chiaramente manipolati che hanno avuto come chiara conseguenza la smobilitazione. Abbiamo visto i media fare appello al voto utile e demonizzare Vox, c'è stata molta manipolazione da parte di tutti i media pubblici e privati».
Esultano i socialisti
Il premier dimissionario Sanchez raccoglie meno voti, ma mette a segno una rimonta che sembrava impossibile, superando addirittura i risultati delle ultime elezioni. I socialisti fermano così la vittoria scontata della coalizione di centrodestra e potrebbero persino ricevere l’incarico di formare il governo se riuscissero a formare una nuova alleanza.
«La Spagna e tutti i suoi cittadini sono stati molto chiari: il blocco politico dell'involuzione, del ritorno al passato e dell'abrogazione di tutti i nostri passi avanti negli ultimi quattro anni ha fallito» ha esultato Sanchez ai suoi che cantavano lo slogan “No pasaran” «Il blocco di Partito Popolare e Vox è uscito sconfitto, siamo molti di più noi che vogliamo avanzare».
Il PSOE ha fermato l’onda di destra anche con l’aiuto di Sumar, la coalizione di sinistra guidata da Yolanda Diaz che ha guadagnato 31 seggi, ottenendo più di 3 milioni di voti.
I popolari chiedono di poter formare il governo
L'ex governatore galiziano Feijòo, che in Senato può contare su una maggioranza assoluta di 143 seggi contro i 92 dei socialisti, non riesce però ad arrivare alla maggioranza al Congresso neanche sommando i voti di Vox. «Come candidato del partito più votato, credo che il mio dovere sia aprire il dialogo, guidare questo dialogo e cercare di governare il nostro Paese» ha detto il leader popolare chiedendo l’incarico di formare comunque il governo «Il nostro dovere è evitare un periodo di incertezza. Che nessuno abbia di nuovo la tentazione di bloccare la Spagna. La Spagna non si fermi, abbiamo vinto e ci spetta formare il governo, come è sempre accaduto».