«È una lettera del tutto impropria, mi è dispiaciuto leggerla, non compete ad una preside lanciare messaggi di questo tipo e il contenuto non ha nulla a che vedere con la realtà: in Italia non c'è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c'è alcun pericolo fascista, difendere le frontiere non ha nulla a che vedere con il nazismo o con il nazismo. Sono iniziative strumentali che esprimono una politicizzazione che auspico che non abbia più posto nelle scuole; se l'atteggiamento dovesse persistere vedremo se sarà necessario prendere misure». Lo ha detto a Mattino 5 il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara riferendosi alla dirigente Annalisa Savino, che ha deciso di inviare una circolare a tutti i suoi studenti parlando di fascismo e citando Gramsci dopo l'aggressione subita da alcuni studenti sabato scorso fuori un istituto fiorentino, il Michelangiolo

La lettera della dirigente ai suoi studenti

L'aggressione di sabato ha alimentato la solidarietà di molti dirigenti scolastici cittadini, che hanno preso le distanze da ogni tipo di violenza. In un messaggio rivolto ai suoi studenti, la preside del liceo Leonardo da Vinci, Annalisa Savino ha ricordato: «Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti». E ha aggiunto: «Chi decanta il valore delle frontiere chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa ma non è andata così».

La ricostruzione dei fatti

I fatti risalgono a sabato 18 febbraio scorso quando due studenti sono stati presi a calci e pugni a Firenze davanti al loro liceo, il Michelangiolo, da un gruppo di sei giovani poi identificati dalla Digos come appartenenti al movimento giovanile di destra Azione studentesca, di cui tre maggiorenni e tre minorenni, tutti estranei alla scuola. Dagli accertamenti della polizia all'origine di tutto ci sarebbe stato un volantinaggio dei giovani di Azione studentesca: ne è scaturito un alterco con alcuni studenti del Collettivo di sinistra. Poi dalle parole si è passati alle mani. Un video ritrae l'aggressione ai due ragazzi del Michelangiolo, uno dei quali colpito con calci anche mentre è a terra. A interrompere la violenza una docente che chiede di chiamare le forze dell'ordine. Poi il gruppo si allontana e nel video si sente uno dei ragazzi che urla "fascisti" al loro indirizzo. Immagini violente, anche pubblicate sul web. 

A scuola intanto arriva la Digos, chiamata dalla preside Rita Gaeta. «Mi hanno spiegato - il racconto della dirigente - che nostri studenti sono stati aggrediti. Sarebbero coinvolte persone estranee alla scuola. E l'insegnante è intervenuta vedendo cosa stava accadendo». Da quanto spiegato dalla dirigente ad essere aggrediti due studenti che fanno parte del Collettivo di sinistra Sum del liceo. Sulla base del video e di alcune testimonianze la questura ricostruisce quando accaduto e identifica sei giovani coinvolti nell'aggressione ai due studenti del liceo Michelangiolo come "appartenenti ad Azione studentesca".

Le indagini

Perquisizioni della Digos a Firenze e a Fiesole nelle case dei sei esponenti di Azione Studentesca, tra i 16 e i 21 anni, indagati per violenza privata aggravata e lesioni. Sono stati sequestrati cinque telefoni cellulari e qualche volantino. La nuova accusa di lesioni viene ipotizzata ora dopo che la procura ha acquisito un referto di pronto soccorso per una prognosi di guarigione di sette giorni data a uno studente colpito davanti al liceo. «Dalla prossima settimana i miei assistiti saranno ascoltati nelle due procure, risponderemo alle domande e diremo la nostra versione sui fatti accaduti», ha detto l'avvocato Sonia Michelacci, difensore dei sei giovani di Azione Studentesca indagati.

Le reazioni alle parole del ministro

«La lettera della preside è un esempio di sensibilità civile e di pedagogia repubblicana. L'attacco del ministro Valditara contro di lei è inaccettabile. La velata minaccia di future misure disciplinari è la spia del clima di autoritaria intolleranza che questo governo sta promuovendo e diffondendo alzando il clima di tensione nel Paese», afferma il presidente dell'Anpi, Gianfranco Pagliarulo.

Le parole del ministro sono state fortemente criticate anche dagli esponenti dell'opposizione. Il Pd chiede che il ministro Valditara riferisca in Parlamento. «Venga con urgenza in Aula a spiegare perché ha censurato la preside Annalisa Savino e non abbia assunto una posizione chiara sui fatti di sabato Firenze», ha chiesto la capogruppo del Pd a Montecitorio Debora Serracchiani

«È incredibile. Il ministro dell'Istruzione anziché condannare con fermezza l'aggressione squadrista e fascista e anziché esprimere solidarietà nei confronti degli studenti aggrediti, se la prende con la preside», affermano gli esponenti del Movimento 5 Stelle in Commissione Istruzione di Camera e Senato.