Silenzio e lacrime hanno accolto l'arrivo della salma di Sara Campanella, la giovane universitaria uccisa lunedì scorso a Messina dal collega Alessandro Argentino.

«Un angelo, era un angelo», hanno detto i familiari della ragazza quando il corteo che accompagnava il feretro si è fermato in piazza, davanti alla chiesa delle Anime Sante, a Misilmeri, prima che fosse portato alla camera ardente allestita nella chiesa.

L’abbraccio della comunità

“Sara vive”, e un applauso dei tanti in attesa di dare l'ultimo saluto alla giovane. Nella bara bianca la foto di Sara e una scritta "No violenza". Quando la bara è entrata in chiesa, la famiglia ha voluto riunirsi per un momento privato di preghiera. In chiesa sono entrati gli scout del gruppo Misilmeri. La piazza è stracolma e molti sono arrivati da Palermo e dai comuni vicini per dare un ultimo saluto alla ragazza.

«Stefano è provato»

«Ho trovato un ragazzo molto, molto provato. Sta male, da quattro giorni non mangia e non beve, insiste nella propria volontà di voler morire. È come lo ha descritto la mamma: molto introverso, molto chiuso, parla poco ed è sotto choc. Gli agenti della Polizia penitenziaria ci hanno chiesto di convincerlo a mangiare», ha detto ieri all'Adnkronos l'avvocato Stefano Andolina, legale, insieme alla collega Rosa Campisi, di Stefano Argentino, il giovane reo confesso dell'omicidio di Sara.