Gli attacchi aerei a guida statunitense contro gli Houthi nello Yemen hanno causato almeno 31 morti e 101 feriti, secondo un nuovo bilancio pubblicato oggi dal ministero della Salute dei ribelli. Gli attacchi hanno preso di mira la capitale Sanaa, i governatorati di Saada (nord-ovest) e Al-Bayda (centro) e la città di Radaa (centro), ha scritto su X il portavoce del ministero, Anis Al-Asbahi.

A partire da novembre del 2023, gli Houthi hanno lanciato più di 100 attacchi contro le navi che consideravano legati a Israele, ma anche agli Stati Uniti e al Regno Unito, affermando di essere solidali con i palestinesi nella guerra di Israele contro Hamas a Gaza. In passato, gli Stati Uniti, Israele e la Gran Bretagna hanno colpito le zone controllate dagli Houthi nello Yemen.

Secondo un funzionario statunitense, però, l'operazione, il primo attacco contro i ribelli yemeniti sotto la seconda amministrazione Trump, è stata condotta esclusivamente dagli Stati Uniti. La Casa Bianca, infatti, ha diffuso su X le foto di Donald Trump che assiste da remoto ai raid da lui ordinati contro l'arsenale degli Houthi. In una immagine si vede il commander in chief in t-shirt bianca col cappellino rosso 'Make America Great Again', le mani appoggiate alla cintura e le cuffie alle orecchie mentre guarda verso uno schermo. In un'altra è ripreso di spalle. Un post differente mostra un caccia Usa che decolla da una portaerei per la sua missione.

Rubio a Lavrov: i raid degli Houthi «non saranno tollerati»

Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha discusso dei raid aerei Usa nello Yemen con il suo omologo russo Serghiei Lavrov, sottolineando che «i continui attacchi degli Houthi alle navi militari e commerciali statunitensi nel Mar Rosso non saranno tollerati»: lo riporta la Cnn, che cita un comunicato del Dipartimento di Stato. L'estate scorsa, la Russia era pronta a consegnare armi agli Houthi, ma ha fatto marcia indietro in seguito alle pressioni degli Stati Uniti e dell'Arabia Saudita, ricorda l'emittente.

Iran: «Gli Usa non dettino la nostra politica estera»

Gli Stati Uniti «non hanno il diritto di dettare» la politica estera dell'Iran: lo ha scritto oggi su X il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, in risposta al messaggio pubblicato ieri su Truth dal presidente statunitense Donald Trump, che ordinava a Teheran di cessare «immediatamente» il suo sostegno agli Houthi nello Yemen.

D'altra parte, il portavoce del dicastero, Esmail Baghaei, ha condannato gli attacchi. «L'aggressione militare costituisce una flagrante violazione dei principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale, in particolare sul divieto dell'uso della forza e sul rispetto della sovranità nazionale e dell'integrità territoriale», ha affermato. L'attacco «è in linea con il loro continuo sostegno al 'genocidio' del popolo palestinese», ha aggiunto, citato da Mehr.

«La causa principale dell'instabilità nell'Asia occidentale è la continua occupazione e le uccisioni di massa in Palestina, perpetuate dal sostegno di Stati Uniti, Regno Unito e Occidente, che rappresentano una minaccia senza precedenti per la sicurezza regionale e globale», ha concluso il portavoce del ministero degli Esteri iraniano.

Le Guardie rivoluzionarie: «L'Iran risponderà a ogni attacco»

«L'idea degli Usa che l'Iran si piegherà alla volontà politica dei nemici tramite intimidazione è sbagliata», ha affermato il comandante delle Guardie rivoluzionarie iraniane Hossein Salami, avvertendo che l'Iran risponderà a qualsiasi attacco militare contro il paese, dopo le minacce del presidente Donald Trump di un'azione militare contro l'Iran intimando a Teheran di porre fine al sostegno agli Houthi yemeniti, obiettivo degli attacchi aerei Usa-Regno Unito ieri. «L'Iran non ha alcun ruolo nel dirigere le politiche dei gruppi di resistenza regionali, compresi gli Houthi yemeniti», ha sottolineato Salami, citato da Tasnim.

«Avvertiamo che l'Iran affronterà qualsiasi minaccia e adotterà misure più severe contro di essa», ha sottolineato Salami, citato da Irna, aggiungendo che l'Iran non ha mai iniziato una guerra, ma non è rimasto in silenzio di fronte alle minacce e darà loro una risposta definitiva. «La guerra ha sempre portato una sconfitta umiliante per l'arroganza globale e gli Stati Uniti, ma non hanno ancora imparato la lezione da questo. Gli americani non capiscono che non possono risolvere i problemi con la guerra».