Ad un anno esatto dall’individuazione del “paziente uno”, si celebrano il lavoro e il sacrificio di medici e infermieri in prima linea contro il virus. L’appello degli ordini professionali: «Ora si acceleri con i vaccini»
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Da inizio pandemia, più che mai, sono diventati gli eroi in corsia, gli angeli in camice bianco chiamati a proteggere la nostra salute. E questa volta devono farlo contro quello che ormai è diventato il nemico numero uno: il Covid-19. Una vera e propria guerra che gli operatori sanitari combattono senza sosta da un anno. Proprio per onorare il loro lavoro e sacrificio in circostanze così particolari, nel novembre scorso è stata istituita la Giornata nazionale del personale sanitario e sociosanitario.
Una Giornata da celebrare ogni anno il 20 febbraio, data non del tutto casuale dal momento in cui proprio quel giorno, nel 2020, a Codogno fu individuato il cosiddetto paziente uno in Italia. Da lì, il concretizzarsi nel nostro Paese della pandemia, fino a quel momento vissuta quasi come non fosse affar nostro. Di giorno in giorno abbiamo imparato a fare i conti con bollettini giornalieri e dati sempre più gonfi, che oggi, un anno dopo, ci raccontano di quasi due milioni e ottocentomila contagi totali e oltre novantacinquemila morti.
E, inevitabilmente, in queste cifre è da includere chi ha combattuto e combatte in prima linea questa guerra. Decine di migliaia i contagi tra gli operatori sanitari, ammalatisi proprio mentre curavano gli altri. Oltre 400 quelli deceduti.
Fra gli infermieri sono 81 finora i morti, di cui 6 – riporta la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) –, contagiati, si sono tolti la vita. 325 le vittime tra i medici: dalla prima (il Presidente dell’Ordine dei Medici di Varese Roberto Stella, morto l’11 marzo 2020) all’ultima (Graziano Ghirelli, medico di medicina generale morto ieri), i loro nomi sono ricordati in un lungo elenco costantemente aggiornato dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo). È in particolare alla loro memoria che gli ordini professionali hanno deciso di dedicare questa prima Giornata nazionale del personale sanitario.
La Fnopi ha invitato tutti gli infermieri a rispettare a inizio turno un minuto di silenzio, per ricordare tutti i colleghi, ma anche i semplici cittadini, deceduti a causa del Covid. E a Roma, presso la sede Fnomceo, alla presenza dei presidenti di Camera e Senato e del ministro della Salute, in mattinata sarà inaugurata una targa in memoria dei 325 medici morti.
In occasione della giornata a loro dedicata, inoltre, i professionisti hanno lanciato un doppio appello: alle istituzioni «perché diano maggiore impulso alla campagna vaccinale, superando eventuali lungaggini burocratiche che rischiano di rallentare il numero di vaccinati»; e ai cittadini «perché rispettino quelle regole di buon senso e prevenzione senza le quali aumenta esponenzialmente il numero dei contagi». Poiché – ricordano - «per sconfiggere il virus è necessario l’aiuto di tutti, abbiamo bisogno anche di voi».