Sicilia, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria le regioni con il triste primato. Chiesto un nuovo impegno per la piena attuazione della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza di cui quest'anno ricorre il trentennale
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«In questi giorni stiamo celebrando il trentennale della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, il trattato in materia di diritti umani maggiormente ratificato al mondo. Chiediamo a tutti che questo si caratterizzi non tanto come momento celebrativo, ma che vengano presi impegni concreti per realizzare i diritti di tutti i bambini e tutte le bambine. Dal 1989 abbiamo compiuto progressi straordinari, come ad esempio il dimezzamento della mortalità infantile sotto i 5 anni e quella dei bambini che soffrono di malnutrizione. Tuttavia, non possiamo ancora dirci pienamente soddisfatti. Troppi bambini e adolescenti, anche in Italia, non vedono i propri diritti pienamente realizzati. Povertà, cambiamento, climatico, guerre, migrazioni, sono solo alcune delle cause che oggi più che mai minano l’avvenire dei bambini, i più vulnerabili».
Così, il presidente dell’Unicef Italia Francesco Samengo a Potenza, in occasione dell’iniziativa promossa dal Comitato Unicef Basilicata su “La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, 30 anni a tutela e difesa dei diritti dei bambini, delle bambine, degli adolescenti. La Basilicata una regione in rete per l’Unicef".
Un momento importante, che ha permesso ancora una volta di mettere in luce i numerosi passi in avanti compiuti per dare attuazione a quanto previsto dagli articoli del trattato, ma anche per sottolineare la sfida che ha davanti l’Italia, ovvero la necessità di dare continuità ad investimenti e politiche efficaci e concreti.
«In Italia vivono circa 10 milioni di bambini e ragazzi sotto i 18 anni di età; non sono un gruppo numeroso all’interno della popolazione italiana – ha evidenziato Samengo - eppure è quello a maggior rischio di povertà: circa il 12,1% dei bambini vive in uno stato di indigenza assoluta, e ad essere maggiormente colpita è la fascia 0-6». Le differenze sono tante, con grandi disparità regionali: il tristissimo primato tocca alla Sicilia, seguita da Campania, Puglia, Basilicata e Calabria.
Nella drammaticità del contesto resta però un dato positivo. «Sono lieto di riportare, a proposito di scuola – ha evidenziato Samengo - una nota relativamente soddisfacente per quanto riguarda la regione Basilicata, dove il tasso registrato di abbandono scolastico (prima di arrivare al diploma) è pari all’11%, al di sotto la media nazionale che si attesta sul 15%. L’istruzione e l’impegno civile sono tra gli strumenti più importanti a nostra disposizione. Investire nell’istruzione delle nuove generazioni, significa fare un investimento per il benessere di tutti e per un futuro più prospero e libero dalla violenza. A questo proposito, volevo ricordare, tra gli esempi positivi di attività a favore dei diritti dei bambini, la recente firma del protocollo di intesa “Liberi di scegliere” tra Università Mediterranea, tribunale per i minorenni di Reggio Calabria, garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria e Unicef Italia, a supporto del progetto “Liberi di Scegliere” - ideato per aiutare e accogliere madri e minorenni che vogliano uscire dal circuito mafioso - tramite la costruzione di percorsi individualizzati di recupero/educazione alla legalità per i giovani e i giovanissimi coinvolti in provvedimenti giurisdizionali, per aiutare loro - e i nuclei familiari disponibili - a realizzare un autonomo progetto di vita esistenziale e lavorativa».