È durato tutto 5 secondi e dopo 10 mesi e mezzo di attesa lo skyline di Genova non esiste più. Le pile 10 e 11 del viadotto Polcevera, meglio noto come Ponte Morandi, sono state demolite con delle cariche di dinamite e plastico collocati su piloni e stralli delle pile. Le operazioni di 'implosione controllata', guidata dall'esperto esplosivista Danilo Coppe, sono avvenute nel rispetto dei modi e dei tempi annunciati.

L'implosione controllata

Forte emozione e lunghi applausi da parte delle autorità presenti: il sindaco e commissario Marco Bucci che con il governatore Giovanni Toti e i ministri dell'Interno Matteo Salvini, dello sviluppo economico Luigi Di Maio e della Difesa Elisabetta Trenta ha assistito all'implosione.

E’ andato tutto, o quasi, come previsto: gli idranti, veri e propri cannoncini, posti in prossimità delle pile sparano centinaia di litri d'acqua per “impastare” al suolo le polveri dell’implosione ed evitare che si sprigionino nell’aria più del dovuto.
L’operazione è però cominciata con 40’ di ritardo circa perché all’inizio della mattinata si pensava che una persone anziana si fosse barricata nel suo appartamento nei pressi della struttura.

Genova vuole ripartire

Abbattuto quindi un simbolo di Genova dopo la tragedia del 14 agosto 2018 che era costata la vita a 43 persone. Ora la Città può guardare al futuro attraverso la ricostruzione. Ma senza mai dimenticare le sue vittime.

 

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