A livello nazionale l'età media delle strutture è di 52 anni, con una forbice che va dai 42 nella nostra regione ai 75 anni degli edifici scolastici presenti in Liguria
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La presenza di industrie inquinanti, discariche, il traffico, smog, rumore o la mancanza di recinzioni adeguate e la vicinanza a campi elettromagnetici: sono i fattori di disturbo o di insicurezza che interessano circa 9.200 edifici scolastici monitorati nel nostro Paese nel 2018. Altri 3.110, secondo le relazioni dei tecnici degli enti locali risalenti a tre anni fa, presentano problemi strutturali di rilievo: tetti, solai, muri compromessi che richiedono un intervento. Le scuole come i ponti e i viadotti, gli argini dei fiumi da sistemare. E' la fotografia scattata nel Rapporto sull'edilizia scolastica della Fondazione Agnelli. Ben due terzi dei 39 mila edifici scolastici in Italia risalgono a più di 40 anni fa stando a quanto riportato da La Repubblica, che anticipa i risultati contenuti nel report. Molte strutture risalgono ai primi del 900 e sono poco efficienti dal punto di vista energetico se si pensa che solo il 38% ha i doppi vetri, appena il 12% l'isolamento delle pareti esterne, mentre i pannelli solari sono montati su poco più di un quarto delle strutture. Il report evidenza delle gravi falle nelle sicurezza, sostenibilità ambientale e didattica. E insegnare in queste condizioni diventa sempre più difficile.
«Molte nostre scuole sono fragili e insicure, spesso costruite senza attenzione ai criteri antisismici e con materiali scadenti e rapidamente deperibili. A questo va aggiunta l'assenza di adeguate politiche di manutenzione», ha spiegato Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli.
L’età media delle scuole è di 52 anni
Il punto di partenza del rapporto, che sarà presentato oggi a Torino e uscirà con Laterza, sta nell'epoca di costruzione delle scuole. L'età media delle strutture salta agli occhi: 52 anni, con una forbice che va dai 42 in Calabria e Molise ai 75 in Liguria (seguita dal Piemonte: 64 anni). Le conseguenze, si legge, sono quelle note dai tristi fatti di cronaca. A Torino si è appena celebrato il ricordo di Vito Scafidi morto per il crollo di un soffitto al liceo Darwin 11 anni fa. L’emergenza nell’edilizia scolastica è stata rappresentata anche dai dossier di Legambiente e Cittadinanzattiva che solo lo scorso anno ha censito un crollo ogni tre giorni di lezione.
Un piano Marshall e 200 miliardi per ristrutturare
«Volevamo rinnovare gli ambienti di apprendimento, abbiamo scoperto uno stato delle fondamenta peggiore di quello che ci aspettavamo». Di qui l'urgenza per la Fondazione di un piano Marshall per l'edilizia scolastica. «Deve essere inserita tra le infrastrutture per rispondere a un bisogno di sicurezza e realizzare luoghi dove migliora l'insegnamento», insiste Gavosto. Secondo una stima fatta dalla Fondazione il conto è salato. Usando il parametro sui costi sostenuti nell'esperienza torinese la spesa è di 1.350 euro a metro quadro per opere edili e arredi. Considerando che gli edifici scolastici ad oggi occupano 150 milioni di metri quadri per fornire la sicurezza adeguata servirebbero 200 miliardi di euro. «È una cifra enorme, ma non impossibile se si costruisce un piano ventennale finanziato anche con mutui Bei e con l'abbattimento degli sprechi sui consumi energetici». Dieci miliardi all'anno, quanto il reddito di cittadinanza o Quota 100. «Non occorrono nuove scuole, perderemo tra i banchi oltre un milione di alunni da qui al 2030 per calo demografico. Serve sistemare o ricostruire l'esistente e nel farlo ripensare a spazi adeguati alla didattica innovativa. È un investimento prioritario».