Il ministro ha commentato con la stampa il verdetto del tribunale di Palermo: «Ieri ho visto una corretta separazione di chi giudica rispetto a chi indaga. Non sempre è così. Adesso la riforma è ancora più urgente»
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Il leader della lega Matteo Salvini incontra i cittadini a Roma 21 dicembre 2024. ANSA/FABIO FRUSTACI
L’assoluzione nel processo «è un riconoscimento che ho fatto il mio dovere e mi ripaga di tante amarezze». Lo ha detto il ministro e leader della Lega Matteo Salvini al punto stampa a Roma, in merito alla sentenza di assoluzione sul caso Open Arms.
«Non avevo paura. È una sentenza giusta che mi aspettavo. Devo dire che ieri in tribunale a Palermo ho visto, una corretta, giusta e sana separazione di chi giudica rispetto a chi indaga. Ma non sempre è così. Quindi ora la separazione delle carriere e la responsabilità civile dei magistrati di chi sbaglia con dolo è fondamentale», ha detto sottolineando che il processo Open Arms «è costato milioni di euro. La riforma della giustizia è ancora più urgente da ieri. Sicuramente la sentenza di ieri non metterà più nessun ministro in difficoltà nel suo lavoro».
Ironizzando sulla domanda su un suo eventuale ritorno al Viminale, Salvini ha risposto: «Sto bene dove sto, per ora… Quello che ho fatto al ministero dell'Interno è stato assolutamente corretto. Se qualcuno negli anni scorsi ha pensato: "non puoi tornare al Viminale perché sotto processo, sei potenzialmente un criminale”… questa cosa cade».
«Detto questo, al Viminale c'è Piantedosi, un amico, un fratello. Non corro per sostituirlo», ha aggiunto ancora Salvini. A chi gli chiedeva se comunque gli piacerebbe tornare al Viminale il ministro ha risposto: «Il Viminale è una macchina eccezionale. Avere la responsabilità della sicurezza degli italiani e coordinare la Polizia di stato è qualcosa di stupendo».