Un incendio devastante quello divampato ieri pomeriggio a Parigi e che ha danneggiato pesantemente la cattedrale di Notre Dame, una delle costruzione gotiche più famose al mondo. Le fiamme sono state subito visibili a tutti quando una densa nube di fumo si è sollevata dalla guglia della chiesa sovrastando tutta la capitale con la sua intensità.

Quando, con il passare dei minuti, è venuta giù anche l'antica guglia che svettava su Parigi, il mondo intero ha creduto che quello potesse essere veramente la fine di una cattedrale simbolo di tutta la Francia. Grazie a un lavoro massacrante e senza sosta da parte di oltre quattrocento vigili dl fuoco, durato ore e proseguito anche durante la notte, però, infine è arrivata la notizia che tutti speravano: la struttura di Notre-Dame è complessivamente salva anche se ha subito svariati e seri danni.

Notre Dame,  un edificio ferito ma non distrutto

Una cattedrale spoglia, nuda di quelle ricchezze artistiche che l’hanno resa gloriosa: è quello che hanno visto questa mattina i parigini e i francesi al loro risveglio. Un edificio ferito ma non distrutto. Evidente che oltre al tetto,  la mancanza principale è rappresentata dalla Guglia ma restano in piedi le due torri con i due campanili che fino all'ultimo si è temuto andassero distrutte.

Più incerto il destino dei rosoni e delle vetrate colorate che caratterizzano la chiesa. Secondo quanto raccontato dal giornalista francese Laurent Valdiguiè si sarebbe salvato il rosone settentrionale di Notre Dame, la grande vetrata colorata infatti non sarebbe stata toccata dalle fiamme, ma le prossime ore saranno decisive per fare un bilancio più attento dei danni all'interno. Un esame della situazione infatti avverrà questa mattina per capire fino a che punto la struttura è stabile e solo successivamente i vigili del fuco entreranno all'interno per fare la conta dei danni. Il Presidente Macron infatti ha promesso che sarà ricostruita ma i tempi saranno inevitabilmente molto lunghi.

Le opere salve e quelle andate distrutte

Al contrario della struttura, molte delle opere e le reliquie che erano all'interno sembra siano state salvate. Le impalcature adibite per i lavori di ristrutturazione sono state fondamentali per salvare molteplici opere della cattedrale comprese sedici statue in rame, altre tre metri e pesanti 250 chili che rappresentavano Gesù, i 12 apostoli e i simboli degli evangelisti. Le sculture infatti erano state rimosse per essere restaurate solo pochi giorni fa, dopo il montaggio delle impalcature, ed erano già al sicuro.

«La corona di spine di Cristo, la tunica di San Luigi alcuni calici sono stati salvati dalle fiamme», ha assicurato il rettore della cattedrale di Notre Dame , ammettendo però che  rimuovere i grandi dipinti è stato impossibile. L'altare sarebbe salvo come dimostrano le prime immagini dei pompieri entrati a rogo ancora in corso. Sono andate sicuramente distrutte invece le reliquie contenute nella guglia crollata tra cui una reliquia di Saint Denis e una di Saint Geneviève. Incerto invece il destino della parete del coro, un'opera antica in cui sono raffigurate scene della vita di Gesù dalla giovinezza fino al giovedì santo e degli antichi organi della chiesa.

Inchiesta per disastro colposo 

Intanto la Procura di Parigi ha aperto un'inchiesta per disastro colposo. La pista di un incendio accidentale partito dal cantiere per la ristrutturazione in corso sul tetto della cattedrale «attira l'attenzione degli inquirenti», fa sapere una fonte vicina al dossier. Intanto nella notte la Procura ha iniziato ad ascoltare gli operai impegnati nei lavori. Sembra escluso per il momento il movente criminale, l'atto vandalico o quello terroristico.

Le indagini, affidate alla Direzione regionale della Polizia giudiziaria, si preannunciano lunghe e delicate: ci vorrà tempo prima che le circostanze di come sia scoppiato l'incendio siano chiarite.

Parte la colletta per ricostruire la cattedrale

Da ore è partita la corsa alle donazioni, invocate peraltro dallo stesso presidente Emmanuel Macron, che ha annunciato per oggi il lancio di una campagna internazionale: «Mi impegno, da martedì lanceremo una raccolta fondi, anche Oltralpe. Lanceremo un appello affinché i grandi talenti vengano a ricostruire la cattedrale» ha detto ieri sera quando l’incendio non era ancora spento. E il sindaco della città, Anne Hidalgo, che ha annunciato un contributo di 50 milioni di euro, ha proposto «una conferenza internazionale di donatori»: un’occasione di confronto tra esperti e finanziatori.

La famiglia Pinault, a capo di Kering, il gigante del lusso che controlla tra gli altri Gucci e Balenciaga, ha risposto subito all’appello e ha annunciato la donazione di 100 milioni di euro. Poche ore dopo, l’altro big del lusso, Lvmh (Louis Vuitton Moet Hennessy) - a capo di marchi del calibro di Fendi, Bulgari, Christian Dior, Bulgari, DKNY, Ce’line, Guerlain, Givenchy, Kenzo, Loro Piana e Louis Vuitton- e la famiglia Arnault, quarto patrimonio mondiale, ha risposto rilanciando e raddoppiando: 200 milioni di euro.

L’Ile de France, la regione di Parigi, ha stanziato 10 milioni di euro. Anche in Usa si sono già attivati: la French Heritage Society, un’organizzazione che ha sede a New York, dedita proprio alla conservazione dei tesori architettonici e culturali francesi, ha lanciato una pagina web di raccolta fondi. Più di 50 piattaforme online in tutto il mondo hanno già attivato campagne di crowfunding atte a raccogliere i finanziamenti necessari alla ricostruzione di Notre Dame.

 

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