C'erano anche sette cadaveri tra i migranti sbarcati nella notte a Lampedusa. Intorno alle 3.30 le motovedette della Capitaneria di porto hanno condotto al molo Favaloro 280 migranti di varie nazionalità.

Insieme a loro anche sette persone morte, tutti uomini, di presunta origine bengalese. Secondo le prime informazioni, tre sono stati trovati senza vita a bordo del barcone intercettato a circa 24 miglia a sud dalle coste dell'isola dai militari della Guardia di finanza e della Capitaneria di porto. Altri quattro, invece, apparsi ai soccorritori già in condizioni disperate, sono morti prima di arrivare sull'isola a bordo delle unità della Guardia costiera. Tutti sarebbero morti per ipotermia. Dopo il trasbordo dei migranti, l'imbarcazione su cui viaggiavano è stata lasciata alla deriva.

Sarebbero partiti da Abu Kammash, in Libia, i 280 migranti. Su un barcone hanno tentato la traversata per raggiungere l'altra sponda del Mediterraneo. I loro compagni, i 280 sopravvissuti, arrivano da Bangladesh, Egitto, Sudan, Mali. Dopo un primo triage sanitario sono stati condotti all'hotspot di contrada Imbriacola, di nuovo al collasso dopo gli arrivi degli ultimi giorni. Per due di loro è stato necessario il trasferimento nel Poliambulatorio: erano in ipotermia e avevano perso i sensi.

La Procura di Agrigento, guidata da Luigi Patronaggio, ha aperto un'inchiesta sul tragico sbarco. La Squadra mobile di Agrigento è alla ricerca dello scafista e degli scafisti che hanno condotto l'imbarcazione. Per il procuratore capo e l'aggiunto Salvatore Vella si configura il reato di morte o lesioni come conseguenza di altro delitto legato al reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

«Ancora una tragedia, ancora una volta piangiamo vittime innocenti. Qui continuiamo a fare la nostra parte tra mille difficoltà, nonostante il governo italiano e l'Europa sembrino aver dimenticato Lampedusa e i lampedusani. Ma non possiamo andare avanti da soli ancora per molto». Così il sindaco di Lampedusa, Totò Martello.