La premier ha incontrato don Maurizio Patriciello nella cittadina a nord di Napoli, dove due cuginette di 13 e 10 anni sono state violentate da un gruppo di ragazzi: «Caivano sarà nell’agenda quotidiana del governo. Chiederò ai ministri di essere qui in modo cadenzato, per monitorare quello che sta succedendo»
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A Caivano, comune di 35 mila anime a nord di Napoli, l’allerta era massima da ore per l’arrivo di Giorgia Meloni, che nelle scorse ore aveva ricevuto minacce via social per lo stop al Reddito di cittadinanza. Il Parco Verde è blindato dall'alba, le strade del quartiere sono state transennate e gli accessi sono presidiati da decine di uomini delle forze dell'ordine.
La presidente del Consiglio ha accettato l’invito di don Maurizio Patriciello, il parroco che da trent’anni denuncia il degrado del Parco Verde, ed è andata prima nella chiesa di San Paolo Apostolo e poi all’Istituto Superiore Francesco Morano, dove ha partecipato al Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Con loro c’era anche il prefetto di Napoli, Claudio Palomba.
«Siamo qui per manifestare la solidarietà a vittime innocenti – ha detto Giorgia Meloni - ma anche per manifestare la presenza dello Stato, che in territori come questo non sono stati sufficientemente percepiti e forse non sufficientemente presenti. Siamo venuti a qui a dire che ci mettiamo la faccia».
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Al Parco Verde, gigantesca piazza di spaccio dove l’abbandono scolastico è al 44% (la media in Italia è del 18%), il degrado è totale e si vede a occhio nudo. Qui tutti sanno, ma ci è voluta la morte di due bambini, Antonio e Fortuna di 4 e 6 anni, abusati e fatti volare giù dai palazzoni costruiti per i terremotati del 1980, ad accendere le luci sul disastro sociale delle case popolari di Caivano. Nel 2013 Antonio, l’anno dopo Fortuna, oggi le due cugine di 10 e 13 anni violentate da un branco di ragazzini, forse addirittura 15, nel Delphinia sporting club, il centro sportivo devastato da anni di abbandono e vandalismo.
L'incontro con Maurizio Patriciello
«Entro la primavera del 2024 il centro sportivo tornerà a essere un centro sportivo – ha detto don Patriciello alla fine dell’incontro - Mancano pochi mesi, ma credo che manterrà la sua parola. Meglio di così non poteva andare. Noi abbiamo un desiderio grande di applaudire ma se le promesse, come accaduto altre volte, non verranno mantenute sapremo anche fischiare».
«Il ministro dell’Istruzione Sangiuliano ha già stanziato 12 milioni in 3 anni per biblioteca multimediale che nascerà nel centro Delphinia – ha assicurato Meloni - diventerà un centro polifunzionale e sarà data priorità alle persone del luogo che vogliono lavorare. Da quando don Patriciello mi ha invitata qui si sono fatte avanti attività, associazioni di categoria che vogliono fare la loro parte e noi le coinvolgeremo tutte. Perché è vero che un albero che cade fa più rumore di foresta che cresce, ma anche in questi luoghi c’è una foresta che cresce».
Meloni è arrivata intorno a mezzogiorno accompagnata dal ministro dell'Interno Piantedosi, quello dello Sport Abodi e dell'Istruzione Valditara, oltre al sottosegretario Mantovano. Qualcuno che è venuto a protestare si chiede che senso abbia una visita al Parco Verde senza neanche passare per le palazzine dell’orrore: «Meloni dice di non avere paura di venire qui – dice un signore di circa cinquant’anni – E certo, è circondata dalle forze dell’ordine. Nemmeno noi avremmo paura se fosse sempre così il Parco Verde. Polizia, giornalisti, venite tutti i giorni. Guardate le strade oggi come sono pulite».
Indagini sugli stupri e minacce ai familiari
Gli inquirenti cercano chat cancellate, fotografie e video, nei telefoni cellulari dei due maggiorenni indagati per lo stupro delle due ragazzine di 13 e 10 anni. Un esperto informatico si occuperà di analizzarli.
Intanto da quando hanno denunciato gli abusi sessuali, i familiari delle due cuginette vivono barricati in casa, dopo aver ricevuto minacce: «Hanno anche rubato lo scooter di mio figlio, quello che ha denunciato gli stupri – ha detto la madre della bambina di 10 anni - Non mi sento al sicuro: voglio parlare con la presidente Meloni. Ci porti via di qui».
«Caivano sarà priorità per il governo»
«Se siamo qui oggi a condannare un episodio barbaro significa che qui si è consumato uno fallimento da parte dello Stato, nonostante gli sforzi che sono stati fatti – ha detto Meloni, che però non ha incontrato la madre della bambina - Perché anche qui molti interventi sono stati fatti, ma non sono mai arriva a compimento. Caivano sarà nell’agenda quotidiana del governo. Chiederò ai membri del governo di essere qui in modo cadenzato, per monitorare quello che sta succedendo».
«Questo territorio sarà radicalmente bonificato – ha continuato la premier - Vi assicuro che voi vedrete presto i frutti di questa visita del governo. Dimostreremo che lo Stato non viene qui solo quando accade qualcosa. È un impegno gravoso, una sfida difficile, ma è quello che deve fare la politica».